Pescara. Riaprire la vertenza AirOne Technic. E’ questa la richiesta che il senatore Mascitelli ha rivolto al Ministro dello Sviluppo economico, sollecitando una risposta del Governo nella commissione parlamentare competente sulla vicenda che ha visto la chiusura del centro di manutenzione dell’aeroporto d’Abruzzo e la perdita di 80 posti di lavoro.
La richiesta fa seguito all’incontro del parlamentare, avvenuto lunedì mattina, con il presidente della SAGA s.p.a., società di gestione dell’aeroporto, Lucio Laureti, per essere messo a conoscenza dell’esistenza o meno di eventuali elementi di novità sopraggiunti.
“E’ sconcertante come 80 lavoratori, molti con professionalità specifiche, stanno rischiando di perdere definitivamente il loro posto di lavoro per una politica industriale di CAI-Alitalia, dissennata e arrogante, nei confronti della quale, ancora una volta, la Regione Abruzzo, che pure detiene il pacchetto di maggioranza della SAGA s.p.a., non ha saputo prendere una posizione netta e risolutiva – è il commento in merito del politico -. Su questa vicenda è stata messa su una cortina fumogena, con uno scarico di responsabilità per cui gli stessi sindacalisti, che seguono attentamente la vertenza, stanno incontrando enormi difficoltà nell’avere risposte. CAI-ALITALIA ha trasferito il servizio a Napoli, non ha espresso l’intenzione di liberare gli hangar, di cui paga in ritardo i costi della concessione e non da disponibilità a offrirli in sub-concessione, scoraggiando la fattibilità di cordate di imprenditori locali. La SAGA, a sua volta impegnata a coprire i buchi del suo bilancio, stenta a trovare i modi legali per riappropriarsi della concessione e individuare incentivi per incoraggiare nuovi soggetti imprenditoriali e nuove compagnie aeree, interessati a riattivare un polo manutentivo per riassorbire lavoro e professionalità degli ex-dipendenti Air One. E, infine, la Regione Abruzzo, che al tavolo interistituzionale sulla vertenza, avviato a febbraio di quest’anno, si è limitata al solito annuncio parolaio di voler “realizzare una rete funzionale al sistema dei trasporti, che produca reddito e occupazione”. Il risultato finale è che, a distanza di mesi, il MISE e l’Alitalia fanno finta di non sentire e il loro silenzio è il grado di considerazione che hanno sulla credibilità di chi ci governa”.