Teramo. Cambia la legge regionale sulla raccolta dei tartufi in Abruzzo ed esultano i tartufai. L’esigenza di salvaguardare e tutelare questa importante risorsa ha infatti spinto l’associazione ATAT (Associazione Tartufai Appennino Teramano) a reclamare a gran voce che le modalità di raccolta venissero cambiate.
La legge regionale 22/88 che disciplina la materia, infatti, ha finora consentito l’utilizzo del cosiddetto ”zappetto”, uno strumento di per sè assolutamente lecito, ma sul cui utilizzo si sono avute da sempre fortissime remore. Al contrario del vanghetto, la possibilità di portare con sé, durante la raccolta, questo strumento ha consentito in molti casi di dissodare completamente il terreno dove il cane aveva individuato il tartufo. La distruzione provocata all’apparato radicale delle piante e l’impedimento all’attecchimento delle spore tartufine impedisce così una corretta riproduzione del tartufo in futuro.
Un plauso va fatto al vice presidente dell’associazione Sandro Mariani, che si è interfacciato con esperti di settore, tecnici ed infine con il consigliere regionale Claudio Ruffini, grazie al cui interessamento la legge è stata prima portata in commissione ed infine emendata, per cui adesso è stato abrogato totalmente l’uso dello “zappetto”.
Un po’ come l’oro nero, anche il tartufo non è una risorsa illimitata e solo per alcune specie è possibile la coltivazione. Questo deve essere un concetto formativo che va ribadito assolutamente e a cui tutti i tartufai dell’associazione tengono in maniera particolare: la ricchezza insita nel tartufo è in buona sostanza legata al rispetto che si è in grado di portare nei confronti di questo prodotto, quindi solo la preservazione e la tutela possono garantirne il futuro.