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Niente fondi ai centri per minori in difficoltà: i Vescovi abruzzesi scrivono al premier Monti

Il prossimo martedì il Gruppo regionale del Pd al Consiglio regionale presenterà una risoluzione urgente che affronta la grave situazione in cui versano i Centri che in Abruzzo garantiscono l’assistenza sanitaria per bambini e ragazzi con autismo, con disabilita vittime di abusi.

“Questi Centri” spiega il capogruppo Camillo D’Alessandro “garantiscono ciò che la Regione non ha mai fatto: sono l’unica speranza per centinaia di bambini e ragazzi con autismo, disabilità o vittime di abusi. “

Sul territorio, in particolare, operano Centri quali il Centro Primavera Scerne di Pineto, il Centro Piccolo Principe del Ceis di Pescara, i tre centri diurni della Fondazione Cireneo Onlus. In queste strutture, si è posto un problema di accreditamento, pur essendo le uniche in grado di garantire i livelli essenziali di assistenza a favore dei ragazzi e bambini la cui unica possibilità di cura è affidata alle terapie garantite da questi centri.

“Da sempre” ricorda D’Alessandro “l’attività di tali Centri è stata finanziata dalla Regione per la copertura delle prestazioni. Di fronte al problema degli accreditamenti, su nostra iniziativa, dopo aver fatto approvare una precedente risoluzione dove tutti si impegnarono a risolvere il problema, il 20 settembre 2011, siamo riusciti a fare approvare la Legge regionale n.3 del 2012, che, proprio al primo articolo, prevede l’accreditamento di dette strutture per il 2012”. La norma citata dal consigliere D’Alessandro è stata impugnata dal Governo per presunti profili di illegittimità costituzionale. “Una legge, ancorché impugnata, è legge e dispiega gli effetti fino a quando non viene, se viene, dichiarata incostituzionale” aggiunge. “Ma da oltre cinque mesi dalle legge e quasi un anno dalla risoluzione, nessun atto è stato posto in essere né dal Chiodi commissario, né dal Chiodi presidente. Si sta consumando la tragedia, le strutture non ce la fanno più a garantire, senza alcun sostegno, le prestazioni ed il rischio concreto è che si interrompano con un danno, che non voglio neanche immaginare, per ragazzi e bambini che si vedrebbero abbandonati da tutti. Intanto, ed è questa la proposta che il Pd porta in aula, in presenza di una legge perfettamente in vigore, anche se impugnata, il presidente Chiodi, nella sua qualità di Commissario, deve adempiere agli obblighi di legge assegnando budget a questi centri. Dopo di che, nel frattempo, si provvede a fare una eventuale modifica legislativa al fine di superare le impugnative del governo, se ci si riesce, altrimenti si resiste davanti alla Corte Costituzionale. Insomma, tutte le strade vanno perseguite. Faremo azioni clamorose se non ci si renderà conto che stiamo parlando di bambini, dello loro presente e del rischio di non garantirgli il futuro”.

E proprio su questo tema, c’è una forte presa di posizione da parte dei Vescovi abruzzesi, i quali hanno voluto mettere tutto nero su bianco, inviando una lettera al presidente del Consiglio Mario Monti, al ministro della Salute Renato Balduzzi ed al presidente della Regione Gianni Chiodi.

 

Come in ogni regione, la sanità anche in Abruzzo versa in condizioni precarie. Tuttavia, pur consapevoli del quadro, politico ed economico che motiva le scelte tese al controllo e alla razionalizzazione dei servizi e della spesa, noi, Vescovi di questa regione, avvertiamo il dovere esigente di farci interpreti di tali istituzioni private non accreditate, che chiedono da tempo di veder esaudite le loro richieste, pena una lenta e inesorabile morte. Esse si dedicano con passione, e con controllabile beneficio per la comunità, a soggetti malati o particolarmente in difficoltà, come sono, ad esempio, i minori a rischio, le vittime della violenza, e quanti sono segnati da gravi handicap fisici e psichici.

In particolare, continua a mancare un legale riconoscimento, e quindi il dovuto sostegno economico, a non poche istituzioni che assicurano nel territorio un servizio socio sanitario da tutti apprezzato, ma che si trovano in stato di costante incertezza e vanno avanti in maniera seriamente precaria. Eppure offrono prestazioni che rispettano i Livelli Essenziali di Assistenza e riabilitazione da oltre una decina di anni, e, per la loro riconosciuta competenza e affidabilità, la Magistratura invia loro minori bisognosi di assistenza e terapia, ben nota è l’identità di tali istituzioni, laiche o religiose, sia a quanti hanno governato o governano attualmente la Regione, come pure agli uffici competenti dell’Assessorato regionale alla Sanità. Tanto per citarne alcune, ricordiamo i tre centri diurni della Fondazione “Il Cireneo”, il Centro “Piccolo Principe” del Ceis di Pescara, il Centro “Primavera” di Scerne di Pineto. Ci si chiede: “Com’è possibile proseguire tale benemerita attività, unicamente grazie ad aleatori progetti-pilota annuali? Perché si adotta questa stessa procedura da quindici anni, senza mai arrivare a un loro formale accreditamento? Forse che queste benemerite istituzioni non hanno diritto a essere adeguatamente sostenute, e dovrebbero accontentarsi di accettare come gesto di “buona volontà dei politici” l’erogazione di quei fondi indispensabili per svolgere le terapie che spesso sono loro imposte dall’Autorità Giudiziaria? È innegabile in quanti vi operano con generosità e spirito di autentica solidarietà la delusione perché nonostante le promesse, non si è provveduto al passaggio dal “progetto annuale” all’accreditamento formale. Non sono mancati tentativi di soluzione bipartisan, proposte di risoluzioni urgenti, ma sembra proprio che tutto si areni a causa di lentezze e complicazioni politiche e burocratiche. In effetti, anche quest’anno si attende ancora che sia affrontata seriamente la questione dell’accreditamento (per non rivedere o aggiornare la Legge 32 sugli accreditamenti), né è stato deliberato il budget per il 2012, e, per quanto concerne quello del 2011, esso è stato riconosciuto solo ad ottobre dello scorso anno.

Come Pastori delle comunità della nostre regione, pur consapevoli di tutte le difficoltà del momento, dopo anni di paziente attesa, non possiamo restare passivi e indifferenti davanti a situazioni drammatiche in cui si trovano i minori vittime di violenze, persone affette da autismo, famiglie impotenti e lasciate sole ad affrontare crisi esistenziali e relazionali, non raramente d’intensa gravità. Avvertiamo come nostro precipuo compito, richiamare l’urgenza di pervenire a soluzioni congrue, non più rinviabili, evitando di ricorrere a interventi della Regione che creano solo illusioni e rinvii, oltre che seri problemi economici a coloro che, con queste strutture, continuano con fatica a farsi carico di persone in difficoltà, contando anche sul dovuto sostegno delle istituzioni dello Stato. Sapendo che le realtà sociali, delle quali ci facciamo portavoce, hanno dato prova nel tempo di serietà ed efficienza, vogliamo sperare che, grazie a un autentico sussulto etico, si giunga a trovare, con il contributo di tutti, soluzioni rapide da parte dei responsabili del Governo e della Regione, sanando così una situazione di oggettiva disparità amministrativa, le cui conseguenze sono comportamenti gravemente offensivi della dignità umana di persone povere e indifese. Per questo motivo invochiamo la luce e la forza del Signore.

I Vescovi della Regione Abruzzese

 

Tommaso Valentinetti (Pescara-Penne)

Bruno Forte (Chieti-Vasto)

Giuseppe Molinari (L’Aquila)

Emidio Cipollone (Lanciano-Ortona)

Michele Seccia (Teramo-Atri)

Pietro Santoro (Avezzano)

Angelo Spina (Sulmona-Valva)

Giovanni D’Ercole (Vescovo ausiliare L’Aquila)