Decreto liberalizzazioni: due buone notizie per l’Abruzzo

senatoDue buone notizie per l’Abruzzo arrivano dal Senato, dove si sta discutendo il Decreto Liberalizzazioni. “Siamo riusciti a far approvare un emendamento” annuncia il senatore del Pd, Giovanni Legnini “che consentirà all’Abruzzo di avere una sua sede del cosiddetto Tribunale delle Imprese, una sezione specializzata dedicata alla trattazione di controversie societarie”.

Come spiega lo stesso Legnini, “nel testo originario del Decreto Legge, la sede competente per l’Abruzzo era Roma, che avrebbe portato un aggravio consistente di costi a carico delle imprese e dell’avvocatura. In questo modo, invece, ogni sede di Corte d’Appello avrà una sezione specializzata per le imprese, e quindi in Abruzzo sarà attivata una sede all’Aquila”.

Al tempo stesso sono salvi 90 milioni di euro precedentemente assegnati alla Zona franca urbana. “Saranno investiti negli aiuti alle micro e piccole imprese dell’Aquila e del cratere con contributi de minimis” spiega il senatore del Pd. “Il che consentirà a quella zona d’Abruzzo dove la forte recessione si aggiunge ai gravi ritardi nella ricostruzione di provare a risalire la china e tornare a crescere. Questi fondi, che furono conquistati con emendamenti bipartisan al Senato, sono stati messi a rischio dal pressapochismo e dai pasticci dell’ex governo Berlusconi e del governo regionale abruzzese, che per mesi hanno assicurato che la Zona franca urbana per L’Aquila fosse ormai cosa fatta. Chiodi e De Matteis risponderanno agli aquilani di ciò che non hanno fatto, perché la Zona franca urbana non ci sarà: e il salvataggio di quelle risorse preziose non è stato semplice. Chiodi e De Matteis evitino, in futuro, la politica dei soli annunci che non portano alcuni risultato concreto. Ora bisogna accelerare l’emanazione del decreto del governo per regolare l’erogazione dei contributi de minimis alle imprese. A quasi tre anni dal sisma, sono le prime risorse destinate all’economia dopo un fiume di parole e i ripetuti annunci sul Masterplan rimasti lettera morta”.

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