“La proposta avanzata dall´Unione Regionale dei Consorzi di Bonifica, e ora finalmente tramutata in Legge – evidenzia Febbo – rappresenta un vantaggio per l’economia di tutta la regione. Innanzitutto va sottolineata la pubblica utilità: si punta infatti ad una migliore soddisfazione della richiesta di acqua da parte della collettività assicurata dall’alleggerimento dell’acquedotto potabile. Inoltre – spiega ancora l’assessore Mauro Febbo – il Consorzio, grazie all’abbondante disponibilità della risorsa idrica non potabile, dei numerosi canali di bonifica esistenti e degli impianti duali da realizzare, potrà far fronte sia alle richieste di tutti gli utenti, rendendo efficienti ed efficaci servizi e attività, sia alle esigenze delle città di Chieti e Pescara e dei maggiori centri urbani, per attività come lo spurgo delle fogne e l’irrigazione di aiuole e giardini. Un aspetto fondamentale – sottolinea Febbo – riguarda il settore agricolo. Aumenterà la disponibilità di acqua per l’irrigazione, per tutto l’anno e non più per soli 6 mesi, per il funzionamento delle centrali idroelettriche con conseguente maggiore produzione di energia. In particolare ci sarà la possibilità di far funzionare la centrale idroelettriche del Consorzio di Bonifica di Pratola che utilizzando l’acqua per l´idroelettrico finalmente potrà risolvere parte dei problemi finanziari. Tutto questo si tradurrà – prosegue ancora l’assessore – in un notevole risparmio di risorse che porterà ad una riduzione del carico contributivo per gli agricoltori. Tra i numerosi vantaggi della legge regionale appena approvata vi è anche la possibilità della messa in funzione dell’impianto di potabilizzazione di San Martino di Chieti, realizzato dall’Aca, destinato al potenziamento del sistema acquedottistico della Val Pescara. Stiamo lavorando in stretta collaborazione con l’Assessorato ai Lavori Pubblici affinché si possa sfruttare questa struttura tenendo conto che il Consorzio di Bonifica Centro si è reso disponibile alla sua gestione, naturalmente per quanto riguarda il solo uso inerente alle reti duali e lasciando all’ACA la gestione dell’acqua potabile. A tal riguardo l’Assessorato ai Lavori Pubblici ha invitato il Consorzio di Bonifica Centro e l’ACA-ATO a trovare un accordo sulla gestione dell’opera e nei prossimi giorni si dovrebbe arrivare ad una soluzione concreta. Personalmente mi impegnerò – ha concluso l’assessore Mauro Febbo – affinché questa convenzione venga stipulata al più presto perché da essa le popolazioni dei Comuni della Vallata ne trarranno innumerevoli benefici e vantaggi. Le nuove risorse idriche non potabili potranno essere utilizzate per l’irrigazione di aree destinate al verde, giardini, e attività ricreative e sportive; il lavaggio strade; l’alimentazione di sistemi di riscaldamento e raffreddamento; l’utilizzo negli edifici per impianti di scarico nei servizi igienici; gli impianti antincendio, di lavaggio e cicli termici nei processi industriali; le apparecchiature di servizio di ospedali e mercati; il lavaggio vagoni ferroviari e navi nel porto turistico e commerciale; gli impieghi consentiti negli insediamenti industriali. La Direzione Politiche agricole, non si è limitata ad esaminare i soli vantaggi che derivano dall’uso delle acque ma ha tenuto presente anche quanto stabilito dal principio fondamentale della direttiva Europea 2000/60 che prevede che la politica dei prezzi di uso dell’acqua incentivi adeguatamente gli utenti ad utilizzare la risorsa idrica. Su questa impostazione ritengo che il contributo per il pagamento di queste acque debba essere limitato al solo recupero dei costi per la gestione del servizio diretto alla soddisfazione degli usi produttivi. Questa condizione si riallaccia anche alla stessa direttiva comunitaria secondo cui “l’acqua non è un bene che si vende, bensì un bene che si utilizza e che le regole di tale utilizzo devono rispettare le esigenze di salvaguardia del bene stesso. I Consorzi di Bonifica già rispettano questo principio in quanto il contributo per l’uso delle acque ai fini irrigui si ricava ripartendo solo i costi di gestione tra gli utenti e non le spese di investimento, perché le strutture sono di interesse collettivo”.
Febbo sul futuro del Ciapi. “Volevo rassicurare i rappresentanti dei sindacati (Antonio Cardo della Uil e Leonardo Di Gregorio dell’ Ugl) che la situazione del Ciapi è all’attenzione non solo del collega Gatti ma di tutta la Giunta regionale ed in particolare del sottoscritto”. E’ quanto ha dichiarato l’assessore regionale Mauro Febbo. “Stiamo lavorando come dimostrano i provvedimenti presi a riguardo e destinati a risolvere una questione non certo facile ma per la quale – ha affermato Febbo – posso garantire il massimo impegno da parte di tutti. Non sarà certo sfuggita all’attenzione dei sindacati anche quella che è la situazione finanziaria del Ciapi e il conseguente sforzo da parte di questa amministrazione regionale per mettere in campo atti concreti. A dimostrazione di questo ci sono i consistenti finanziamenti destinati all’apprendistato, che avrebbero potuto essere destinati al mercato, che hanno ricevuto l’autorizzazione della commissione ‘tripartita’ e sottoscritta da tutte le organizzazioni sindacali regionali, e forse questo e’ sfuggito ai distaccamenti locali. Ma la cosa piu’ importante – ha rilevato l’assessore – è rappresentata dall’immobile che abbiamo messo a disposizione e che ha un valore molto piu’ alto del milione che avremmo dovuto versare. Questo rappresenta una consistente e indispensabile risorsa per l’ente di formazione al quale ora spetta il compito di trovare una soluzione per pagare gli stipendi dei dipendenti. L’emendamento alla Finanziaria regionale, promosso dall’assessore Gatti e dal sottoscritto, darà la possibilità al Ciapi di operare una fattiva riorganizzazione che punti ad un’attività formativa di alto profilo. Solo così tornerà d essere un Centro di eccellenza per la nostra regione in grado di creare delle professionalita’ sempre più specializzate in grado di rispondere alle nuove esigenze del mondo del lavoro. Ora, ne sono convinto, – ha detto Febbo – ci sono tutti gli strumenti per operare un definitivo cambio di rotta nella gestione dell’ente che negli ultimi anni ha palesato più di qualche svarione e che ha prodotto questa situazione critica non più sostenibile. La priorità rimane quella di salvaguardare i posti di lavoro e le preziose professionalità a disposizione del Ciapi e per questo l’amministrazione regionale – ha sottolineato infine Febbo – ha fatto uno sforzo enorme. Mi auguro che al momento della lettura del provvedimento, datato 30 dicembre, anche i rappresentanti sindacali si convinceranno della bontà del lavoro svolto e dell’impegno messo in campo da parte dell’amministrazione regionale per il futuro del Ciapi e soprattutto dei suoi lavoratori”.