Ad oggi, stando alle informazioni del ministero dell’Ambiente, gli agglomerati dell’Abruzzo che non sono ancora in regola sono circa 24.
Per la prima procedura d’infrazione, la numero 2004/2034, per la quale la Corte di giustizia il 19 luglio del 2012 ha già emesso una sentenza di condanna, l’Abruzzo ha un solo caso. La procedura riguarda i bacini di utenza che superano i 15 mila abitanti.
Per la seconda procedura di infrazione, la numero 2009/2034, riferita a bacini che superano i 10 mila abitanti, l’Abruzzo ha un solo altro caso.
Per la terza procedura di infrazione, la numero 2014/2059, riferita a bacini che superano i duemila abitanti, l’Abruzzo ha 22 agglomerati non a norma.
“L’emergenza raccolta e trattamento delle acque reflue – ha commentato l’eurodeputato del M5S Piernicola Pedicini – è uno dei peggiori fallimenti del governo nazionale e delle Regioni italiane nel settore della tutela dell’ambiente e della salute pubblica.
Si tratta di una situazione scandalosa che mette in evidenza decenni di incuria e di malgoverno che hanno portato l’Italia al non rispetto delle normative europee e al rischio di pagare decine di milioni di multe alla Ue per queste inadempienze. I cittadini, pertanto, pagheranno due volte.
Per non avere avuto un’accorta tutela dell’ambiente e della salute e per dover sopportare il pagamento di soldi pubblici per le sanzioni alla Ue che sarebbero potuti essere utilizzati per altri scopi e servizi collettivi”.