“La prima regione ad aver attuato questa riforma è stata la Campania e vorremmo che l’Abruzzo sia la seconda. L’Unione Europea invita da tempo gli stati membri, attraverso azioni concrete, a stimolare il raggiungimento dell’uguaglianza attraverso la rimozione di tutti quegli ostacoli che le donne incontrano in politica. Perfino il Consiglio dei Ministri italiano ha emanato un decreto per la crescita della rappresentanza femminile negli enti locali, utilizzando la doppia preferenza di genere e aumentando la percentuale di presenza femminile nelle Giunte. Noi del comitato saremo in prima linea per evitare che, come sempre, tutto rimanga una semplice enunciazione di principi e non trovi applicazioni pratiche. Il nostro primo banco di prova sarà la Regione Abruzzo, dove si sente la necessità di leggi fatte da donne, costruite sulla concretezza e attente ai bisogni dei cittadini, da considerare veramente tutti eguali; dove la presenza delle esigenze femminili non sia sancita solo da una Commissione Pari Opportunità, che dovrebbe esprimere il proprio parere su tutte le leggi regionali e che invece non viene neppure consultata. Serve, invece, una presenza massiccia di donne sugli scranni dell’Emiciclo. Ci sembra opportuno per questo esprimere sulla scheda elettorale due preferenze, diverse per genere, in modo che i cittadini possano scegliere un uomo e una donna. Affronteremo poi gli altri livelli: Enti locali e nazionali di gestione della cosa pubblica, perché, come si evince dall’esempio delle nazioni del nord Europa, solo con la presenza nei luoghi dove si prendono decisioni si comincerà ad equilibrare la bilancia, che attualmente pesa solo dalla parte degli uomini”.