Di questo e molto altro si è parlato questa mattina a Pescara, nell’ambito della giornata di studio dal titolo “Analisi e prospettive della politica regionale”, voluta e promossa dai consiglieri Carlo Costantini (IdV) e Camillo D’Alessandro (Pd).
“Questa disamina sul passato” ha detto Costantini “ci è servita per fare qualche riflessione sul futuro che è quello che ci sta molto a cuore in questo momento. Abbiamo maturato la consapevolezza di dover implementare la nostra capacità di elaborazione di proposte concrete cantierabili rispetto ad un approccio metodologico della maggioranza che vede gestire l’emergenza in funzione dell’emergenza. Su molti temi abbiamo confermato questa visione parziale, legata a fattori contingenti di Chiodi e la sua maggioranza, che deprimono una visione di medio e lungo termine che avrebbe in sé tutti i presupposti non solo per risanare i conti, e quelli sono obiettivi condivisi da tutti, ma anche per individuare risorse da liberare per il futuro. La nostra economia non si riprenderà se la gestione continuerà ad essere di tipo ragionieristico, legata ai saldi e alla contabilità della nostra regione. Una regione che potrà riprendersi solo se si avrà la capacità di individuare risorse da impegnare per la nostra economia. Le risorse ci sono ma, evidentemente, manca il coraggio di darci una visione futura diversa, una visione che noi abbiamo l’ambizione di rappresentare nei prossimi due anni e mezzo. Abbiamo per esempio immaginato di poter presentare fra qualche settimana una nostra idea di nuovo piano sanitario regionale per superare questa visione di piani operativi che non sono null’altro che una gestione emergenziale della sanità in un contesto che di per sé è già emergenziale che producono i disastri che sono tutti gli occhi di tutti. Abbiamo deciso di essere più determinati in relazione ad alcune emergenze ambientali che riguardano la nostra regione, soprattutto per superare la subalternità di Chiodi rispetto ad un governo che ha scarsissima attenzione rispetto a delle problematiche ambientali. Abbiamo deciso di mettere al centro della nostra agenda politica l’energia ed i rifiuti considerandoli come delle prospettive di guadagno e di sviluppo piuttosto come problemi. Oggi il rifiuto di affrontare con determinazione questi aspetti genera il pericolo di emergenza ambientale, in settori che, se gestiti con intelligenza, potrebbero diventare addirittura un elemento di rilancio della nostra economia”.
Alle dichiarazioni del capogruppo dell’Italia dei Valori, si aggiungono quelle dell’alleato Camillo D’Alessandro. “Oggi inizia un cammino. Si gira la clessidra, si stabilisce che il tempo di Chiodi è scaduto, sulle fondamenta che lo hanno legittimato, cioè sulle aspettative dei cittadini che affidavano ad una sorta di filiera la risoluzione dei problemi della nostra regione. Il tempo è oggettivamente scaduto. Spetta al centrosinistra in Consiglio Regionale mettere da subito in campo non solo un’azione di denuncia e di proposta, ma una vera e propria nuova idea di Regione che ormai è stata smarrita ed ha perso ogni tipo di significato. Non c’è più l’Abruzzo che noi conoscevamo qualche mese fa, ormai travolto da crisi economica e finanziaria. Non si riparte in Abruzzo se non affrontano due grandi questioni: lavoro e occupazione. Queste due grandi questioni rappresentano il trascinamento in fondo della nostra regione. Sulla questione del terremoto noi chiediamo che l’Abruzzo torni ad essere una regione normale e per normalizzazione intendo la fine del commissariamento di Chiodi sulla ricostruzione, sulla sanità, la fine dei 24 commissariamenti fatti da Chiodi su enti e società che non si chiudono, non si riformano, non si aggiustano, ma restano lì commissariati. Tutti enti che potevano essere oggetto di riforma in 180 giorni, ma sono passati due anni e mezzo”.
Nelle prossime settimane sarà elaborato un Nuovo piano Sanitario per rilanciare la prospettiva.
“Vogliamo mettere fine alla logica delle emergenze, dove ciò che è emergenza rimane tale e dove ciò che non lo è lo si fa diventare emergenza, in modo da agire fuori dai circuiti democratici, fuori dai controlli, fuori da un’idea di regione. Questo tavolo, nell’auspicio di tutti i componenti, ha l’ambizione di tornare a riunirsi sui temi, sulle questioni, sui progetti, di calarsi sui territori, perché è arrivato il momento di una grande mobilitazione di tutti, perché l’alternativa già c’è in Abruzzo e si è vista alle elezioni, ribadita ai referendum. Ora spetta a noi guidarla e rappresentarla. I dati economici veri del Cresa permettono di rispondere a una domanda: dopo due anni e mezzo di governo Chiodi l’Abruzzo è più ricco ò più povero, dopo due anni e mezzo ci sono più o meno occupati, dopo due anni e mezzo la produzione della ricchezza è aumentata o meno? Oggi è possibile farci questa domanda non demagogica e dare una risposta concreta”.