L’appuntamento è alle ore 11 davanti al palazzo della Regione in Viale Bovio, dove si riuniranno, insieme ai primi cittadini, gli Enti d’Ambito Sociali, le Cooperative e gli operatori per manifestare con fasce tricolori e Gonfaloni dei Comuni.
L’Aquila, ad esempio, secondo le previsioni subirà un taglio un taglio di 300mila euro per le politiche sociali, con conseguenze sulle categorie più deboli, anziani, minori e portatori di handicap.
A lanciare l’allarme è l’assessore comunale alle politiche Sociali, Stefania Pezzopane, nel corso di una conferenza stampa.
“Il Piano Sociale della Regione” commenta l’assessore comunale Stefania Pezzopane “è carente sotto molto aspetti. Non solo scarica sui più deboli i costi della crisi, ma non ci sono stanziamenti per l’emergenza sociale post terremoto, né tanto meno ci sono risorse per l’inclusione sociale, prevista invece nel precedente documento. Abbiamo stimato che per soddisfare le reali esigenze del territorio la Regione avrebbe dovuto stanziare per L’Aquila 600mila euro in più, invece ne taglia 300mila. Questo avrà ripercussioni drammatiche per le cooperative sociali, che senza risorse saranno costrette a tagliare i servizi e di conseguenza il personale”.
La Pezzopane domani parteciperà alla protesta e, nel frattempo, chiede alle cooperative sociali e alle associazioni, che il Comune dell’Aquila, ascolterà nei prossimi giorni per elaborare il piano di zona, di fare rete comune contro i tagli.
“Quella dell’emergenza sociale” aggiunge “sarà una questione che porremo anche al Sottosegretario Gianni etta, nel prossimo tavolo sulla ricostruzione sociale”.
E il no ai tagli al sociale arriva anche dal Comune di Vacri. “Ora siamo davvero in difficoltà” dice il sindaco Antonio D’Aristotile. “Con gli stanziamenti previsti per il triennio 2011/2013 i comuni, soprattutto i più piccoli, si vedranno costretti a tagliare la maggior parte dei servizi sociali, alcuni dei quali divenuti nel tempo essenziali. Un problema reso ancor più complesso dalle prescrizioni che ci vengono imposte dall’alto e che ci pongono in seria difficoltà”.
D’Aristotile si riferisce all’obbligo di mantenimento, da parte dei Comuni, di una serie di standard come l’assistenza domiciliare e sociale, che dovranno essere garantite agli stessi livelli degli anni precedenti. “Per non parlare” aggiunge “del ricovero di disabili e anziani o dei centri diurni e giovanili, che siamo tenuti ad assicurare. Insomma, prescrizioni che presuppongono impegni finanziari che diventano veramente incomprensibili in mancanza della previsione di risorse adeguate”.
Vacri si unisce, pertanto, all’accorato appello rivolto in questi giorni da molti rappresentanti istituzionali affinchè la Regione ripensi a una scelta che metterebbe a rischio la tutela sociale. “Per capire la gravità del problema” conclude D’Aristotile “basta pensare a cosa può significare negare anche un’ora di assistenza domiciliare a un anziano malato o un’ora di sostegno a un ragazzo diversamente abile”.