“In particolare” spiega Di Paolo “l’ammontare del canone massimo nella realtà abruzzese superando i mille euro si distanzia in modo significativo dalla media nazionale fissata in 350 euro. Non bisogna sottovalutare che il corrispettivo per l’uso dell’acqua deve garantire pari opportunità economica tra gli operatori del mercato ittico in ossequio al principio di uguaglianza previsto dall’art.3 della Costituzione e competitività a livello regionale. Si è reso necessario, quindi, prevedere un allineamento del costo unitario relativo ai consumi di acqua per l’uso piscicoltura. Il canone minimo di 250 euro rimarrà comunque invariato”.