“La terra cruda rappresenta un importante patrimonio dell’architettura tradizionale – spiega l’assessore all’Urbanistica Donato Di Matteo – che vede coinvolti 42 comuni e che si può stimare in circa 800 edifici, patrimonio per il quale occorre intervenire quanto prima nei lavori di manutenzione straordinaria tramite interventi di recupero per un loro riuso sia in termini residenziali che produttivi”.
La Regione Abruzzo con la L.R. n. 44 del 18 giugno 1992 “Norme in materia di enti locali e di interesse locale, ha coinvolto il CeDa (Centro di Documentazione Permanente sulle case di terra cruda) del Comune di Casalincontrada divenuto un museo. In passato erano state già avviate azioni di salvaguardia, tra il 1996 e il ’99, attraverso un censimento delle case di terra sull’intero territorio la Regione aveva sostenuto con iniziative di tutela e valorizzazione delle costruzioni in terra cruda.
Il patrimonio di terre crude è stato inserito, dopo la revisione, nel Piano Paesaggistico Regionale tra le carte tematiche. Oggi aderiscono all’Associazione 40 Comuni in rappresentanza delle Regioni Sardegna, Abruzzo, Marche, Piemonte e Basilicata, Enti territoriali, un Ente Parco, liberi professionisti, Associazioni e Imprese.
Il protocollo con la Regione non solo valorizzerà la cultura della terra cruda, il patrimonio e i valori dei territori che appartengono a questa cultura, promuovendone lo sviluppo sostenibile, ma sosterrà la ricerca scientifica e la sperimentazione per il recupero delle tradizioni e del patrimonio edilizio, naturalistico, artistico e storico delle comunità.
“La Regione Abruzzo e l’associazione Internazionale Città della Terra Cruda – prosegue l’assessore Di Matteo – valutano in maniera positiva la promozione in sinerigia di attività di ricerca e innovazione tecnologica per i bisogni economici e sociali del territorio attraverso la nascita e lo sviluppo di imprese a carattere innovativo. L’iniziativa è di notevole importanza per il recupero e la ripresa delle tradizioni culturali in tema di edilizia in terra cruda.
Le case di terra, nel territorio di Casalincontrada si trovano 124 edifici in “massone”, dei quali il 48% è situato in ambiente urbano e il 52% in zona rurale. Molti edifici sono ancora utilizzati come abitazione e come deposito agricolo. Alcune case conservano un discreto stato di conservazione, altre sono in cattivo stato di conservazione.
L’attività di ricerca sulla presenza dell’architettura del crudo in Abruzzo, evidenzia come negli ultimi quindici anni la distruzione delle case di terra sia avvenuta a ritmi più elevati che in passato.
Questi manufatti, in una indagine del 1934 costituivano il 20% del patrimonio edilizio rurale abruzzese nella provincia di Pescara, in quella di Teramo e nel Chietino.
In un ambiente vicino alla tradizione contadina come Casalincontrada “la casa a terra” mantiene la propria identità legata, soprattutto, alla conoscenza tramandata dagli originari abitanti e costruttori. Il destino di queste architetture può evolvere favorevolmente attraverso questa intesa – conclude Di Matteo – .
Oggi le case in terra sono utili anche per rileggere il nostro territorio attraverso i processi di trasformazione e di espansione della città”.