Questa la richiesta avanzata dal Presidente della Commissione vigilanza Mauro Febbo e dal capogruppo LoRenzo Sospiri.
“Infatti nel documento che si intende approvare nella seduta di giunta regionale in programma lunedì prossimo – spiegano Febbo e Sospiri – sono state inserite molte restrizioni quali il divieto di taglio dei soggetti aventi diametro > a 40 cm e 50 cm per il faggio, il divieto di raccolta di legna secca presente nei boschi, i prelievi nei boschi sono vincolati dall’adozione di un piano di selvicoltura naturalistica, il concentramento del legname preferibilmente eseguito manualmente o l’esbosco eseguito attraverso l’utilizzo di strutture non fisse come canalette e gru a cavo o con animali da soma come cavalli e muli e tante altre misure che vanno a danneggiare sopratutto i Comuni montani ricadenti dentro le Aree Protette (ZPS) che in aree SIC.
Tali limitazioni di fatto precludono la stragrande maggioranza degli interventi selvicolturali, sia a finalità civica (prezzi del legnatico esorbitanti) che a finalità commerciali (Valori del bosco in piedi irrisori o addirittura negativi quindi aste deserte).
Infatti vi sono i sindaci delle aree montane che non condividono tale documento è hanno preparato una loro proposta.
Pertanto nelle prossime ore interesserò l’ Ufficio Parchi ed Urbanistica e l’assessorato alle Politiche agricole affinché prima di adottare le nuove Misure di conservazione SIC e ZPS si torni prima al confronto con i portatori d’interesse come i proprietari boschivi comunali, Tecnici Forestali, Ditte ed Imprese di utilizzazione forestale ed gli uffici regionali.
In questa fase temporale è indispensabile – concludono Febbo e Sospiri- non creare problemi sia alle amministrazioni comunali sia ai proprietari terrieri che devono assolutamente essere agevolati nei lavori di selvicoltura”.