Il decreto firmato recentemente dal presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi, in qualità di Commissario ad acta per la sanità, e la decisione del Consiglio dei Ministri di portare il riferimento della cosiddetta spesa storica dei lavoratori atipici delle Asl abruzzesi al 2010 anziché al 2009, non risolverà i problemi della carenza di personale e di fatto porterà al licenziamento di centinaia di precari.
Ne sono convinte le sigle sindacali abruzzesi di Cgil, Cisl e Uil, che spiegano in una nota i punti deboli dei due provvedimenti.
“Il decreto n. 10/2011 stabilizzerà solo una minima parte dei precari, poiché consentirà l’assunzione di personale a tempo indeterminato prevalentemente attraverso l’istituto della mobilità (dunque personale proveniente da fuori regione che vuole trasferirsi a lavorare in Abruzzo). In via residuale e dove possibile, si attingerà a reclutare personale utilizzando lo scorrimento di graduatorie di concorsi a tempo indeterminato. Tali nuove assunzioni saranno appena sufficienti a garantire il turn over del personale che andrà in pensione nel corso dell’anno 2011”.
Relativamente alla seconda manovra prevista, invece, “consentirà poi di prorogare i contratti dei precari per qualche mese in più. L’emergenza si ripresenterà proprio a partire dai mesi estivi, quando la necessità di garantire ai dipendenti un minimo periodo di ferie, porterà serie difficoltà di garanzia dei livelli essenziali di assistenza. Tra l’altro, ciò porterà ad un ulteriore aumento della mobilità passiva verso le regioni limitrofe, con maggiori costi a carico della sanità abruzzese”.
Secondo i sindacati, dunque, i provvedimenti adottati sono assolutamente “insufficienti a risolvere i problemi delle carenze di personale della sanità pubblica e si rendono necessarie nuove misure che consentano ulteriori proroghe ed una reale stabilizzazione dei precari”.