L’Aquila. “Questo Piano sociale regionale, il quarto dell’Abruzzo, è un grande risultato e non solo politico. E’ il frutto di un lungo lavoro di concertazione iniziato ad agosto con la presentazione delle linee guida; approdato in giunta a dicembre, dopo un intenso confronto con le parti ed approvato, discusso e licenziato dal Consiglio la settimana scorsa”.
In pochi flash, l’assessore alle Politiche sociali della Regione Abruzzo, Paolo Gatti, ha delineato questa mattina la storia del “suo” Piano, affiancato dal presidente Gianni Chiodi.
“Abbiamo resistito – ha osservato – e innovato, utilizzando per la prima volta canali del Fondo sociale europeo: 25 milioni di euro che ci consentiranno anche di far crescere la qualità del sistema. Presumibilmente entro luglio usciranno 24 bandi ai quali potranno, anzi dovranno, partecipare partenariati composti da Enti d’ambito (Comuni e territori), terzo settore e mondo delle cooperative. Diciamo a tutti loro di mettersi insieme in reti di partenariato e concorrere per l’aggiudicazione dei bandi stessi”.
Stando a quanto riferito da Gatti, il piano sarebbe stato concepito nell’ottica di un’integrazione tra sociale e sanitario: è stato infatti costituito un tavolo e tra un anno circa ci sarà la piena identificazione degli Enti territoriali d’ambito con i distretti sanitari. “Forse definire il provvedimento ‘rivoluzionario’ è eccessivo. – ha stigmatizzato Gatti – Di certo contiene almeno dieci elementi innovativi. Cito solo il terzo: il controllo. E’ previsto, infatti, un serio percorso di verifica e rendicontazione delle risorse spese affinchè vadano realmente a beneficio di chi ne ha bisogno”.
Un Piano da 88 milioni di euro: i 25 già accennati del Fondo europeo, 33 dal bilancio regionale, i restanti dallo Stato. Gli Enti d’ambito avranno 90 giorni per definire i Piani di zona e dare avvio alla nuova articolazione. Gatti ha auspicato lo stesso confronto serio, costruttivo e non ostruzionistico, anche per le altre riforme in essere, quale quella delle Ipab (manca solo il voto finale in Commissione e prima di Pasqua dovrebbe approdare in Consiglio). Stesso dicasi per il testo unico sul welfare. “Quella dei testi unici – ha concluso Gatti – è una politica molto evocata, che noi abbiamo intrapreso per far crescere il nostro territorio”.