Area Marina Protetta del Cerrano e Parco Costa Teatina: due parchi con 4mila lavoratori e un indotto di 14milioni

torre_cerrano1Pescara. Una grande azienda con più di 4 mila lavoratori e almeno 14 mila nell’indotto, con un importante potenziale di crescita in quanto perfettamente in linea con le nuove tendenze del mercato italiano. La sfida dei due nuovi parchi nazionali abruzzesi, quelli della Costa Teatina e del Cerrano, si riassume in questi dati raccolti dal centro studi di Confesercenti Abruzzo, che ha analizzato le economie locali delle aree candidate a segnare positivamente i tratti dell’Abruzzo costieri.

“Siamo di fronte alla principale attività economica di questi due territori – ha spiegato Enzo Giammarino, direttore regionale di Confesercenti Abruzzo – e bisogna prenderne atto. Ci sono quasi 9 mila 500 imprenditori, al netto delle aziende agricole, per i quali il turismo rappresenta una voce determinante nelle proprie entrate. In questi territori il valore aggiunto prodotto dal turismo e dal suo indotto si attesta sul 20 per cento. L’occasione che abbiamo è storica: imboccare la strada giusta nel momento in cui il mercato chiede proprio più natura e sostenibilità. Nel 2012 si prevede un giro d’affari mondiale per il turismo natura di 473 miliardi di dollari, e per quello italiano una crescita del 4 per cento con un fatturato che supererà gli 11 miliardi di euro: ogni giorno che sfugge per i nostri due nuovi parchi è un’occasione persa”. Giammarino ha sottolineato infatti come «il turismo natura abbia continuato a crescere durante la crisi sia nel fatturato che nelle presenze, mentre il turismo tradizionale ha perso posizioni in Italia. L’Abruzzo ha detto il primo grande no alla petrolizzazione delle sue terre migliori ed ora bisogna trasformare questa scelta in una occasione di crescita per l’industria principale, il turismo”.

 

“Il 30 settembre, data entro la quale scadranno i termini per la perimetrazione del Parco della Costa Teatina, è dietro l’angolo” ha rilevato Giammarino, “e l’Abruzzo non ha bisogno di un altro commissario. Le imprese e i cittadini di questi territori devono vivere da protagonisti la fase di costituzione del parco e per questo vanno immediatamente insediati i tavoli specifici. Questa volta non sarà consentito che un commissario, nella sua stanza, decida il futuro dell’economia di uno dei più bei tratti di costa italiana: piuttosto, questa sia una scelta di sviluppo sostenibile, duraturo e partecipato, che blocchi definitivamente le tentazioni di trasformare questi territori in centrali petrolchimiche: sarebbe come dire alla Sevel o alla Honda di sloggiare dalla Val di Sangro”.

 

“La scelta del turismo natura non è solo irreversibile, ma è una delle ultime grande occasione di sviluppo che restano all’Abruzzo”, ha aggiunto Daniele Zunica, presidente di Assoturismo-Confesercenti, federazione che associa oltre 1.500 imprese turistiche abruzzesi tra hotel, stabilimenti balneari, pubblici esercizi e agenzie di viaggio, “un territorio in area parco viene custodito meglio anche dal punto di vista idrogeologico, ma soprattutto nel mercato globale la nostra regione può ritagliarsi un ruolo decisivo in questo senso. Solo un’identità forte può consentire all’offerta abruzzese di essere riconoscibile. E le istituzioni devono mobilitarsi da subito affinché si completi l’iter di istituzione della Costa Teatina, e perché i due nuovi Parchi nazionali costieri possano in sinergia presentarsi sui mercati internazionali. Si avvia a compimento la scelta abruzzese dei Parchi nazionali, avviata coraggiosamente oltre vent’anni fa con l’istituzione dei primi parchi montani. Infine non siamo legati ai nomi – ha concluso Zunica – ma per quanto riguarda questo parco non può che denominarsi così come è riconosciuto sui mercati, cioè Parco della Costa dei Trabocchi”.

 

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