L’uomo, titolare di numerose altre società aperte e chiuse secondo gli inquirenti per poter catalizzare gli appalti delle amministrazioni per la gestione degli autovelox, era già noto alle forze dell’ordine e alle cronache per vicende simili. Il sistema avrebbe fruttato 11 milioni e mezzo di sanzioni irregolari – gli autovelox erano tarati al rialzo per truccare la velocità rilevata del 15-17% in più rispetto al reale – delle quali l’interessato intascava fino al 40%. Un imponente flusso in denaro confluito in un impero immobiliare. Sono 245 secondo le Fiamme gialle gli immobili riconducibili all’imprenditore, di cui 51 sono già stati confiscati. L’uomo con 4 complici delle province di Roma, Vicenza a Verona – ai cinque è contestata anche l’associazione a delinquere, la frode fiscale, la bancarotta fraudolenta – avrebbe costituito una fitta rete di società che hanno sottratto a tassazione 18 milioni e evaso imposte per 13. Il gruppo acquistava ingenti proprietà immobiliari – cinema, alberghi, villaggi turistici individuati tra Vicenza, Verona, Foggia – senza pagarle, anzi, provvedendo a rivenderle. Sono state complessivamente denunciate 558 persone, mentre le amministrazioni comunali coinvolte sono 146, con 367 funzionari pubblici. A vario titolo sono contestati: associazione a delinquere, frode fiscale e falsa fatturazione, bancarotta fraudolenta. Nelle fasi dell’inchiesta, la vicenda venne portata alla ribalta nazionale da un’ inchieste delle ‘Iene’. Come detto, nell’inchiesta sono finite 146 municipalità dove erano installati degli autovelox e 12 sono in Abruzzo: Anversa degli Abruzzi, Balsorano, Basciano, Bugnara, Canosa Sannita, Collarmele, Colledara, Cupello, San Giovanni Lipioni, Santa Maria Imbaro, Tossicia e Treglio.