Alluvioni, Ministro Matteoli: “Prima l’assistenza, poi le responsabilità”

Matteoli_AlteroMontesilvano. “Si pensi prima a dare il dovuto soccorso, poi ad assegnare le eventuali responsabilità”, critica così, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Altero Matteoli, il clima instauratosi all’indomani delle alluvioni che hanno colpito le Marche e il versante teramano. L’intervento è avvenuto nel corso di una conferenza stampa tenuta a Montesilvano: in serata Matteoli è ospite a Silvi di un convegno della Fondazione della Libertà.

“Mi sono tenuto costantemente aggiornato sulla situazione fin dai primi minuti, quando già tutto sembrava un bollettino di guerra, grazie al dialogo con l’assessore regionale alla Protezione Civile, Gianfranco Giuliante e con i vertici dell’Anas”, ha dichiarato il ministro Matteoli. Aveva già pianificato da tempo  la sua visita in Abruzzo per oggi, per la partecipazione al convegno ‘Un solo interesse da difendere: l’Abruzzo”, organizzato dalla sua Fondazione della Libertà; ma dati i tragici eventi non ha potuto fare a meno di dare fare alcune precisazioni. Esordisce proprio con la critica: “Quando capitano questo tipo di disgrazie, alcuni pensano prima a cercare le responsabilità e poi a dare assistenza e soccorso a chi ha bisogno. Accade sia dalla sinistra verso la destra che viceversa. Ma individuare le responsabilità, se ci sono, non risolve il problema”.

Già, perché, “ci sono aspetti sui quali si può intervenire”, dice Matteoli, “ma una parte imponderabile”. Si riferisce al grave rischio idrogeologico insito nel nostro Paese, per il quale nel 2001, da ministro dell’Ambiente, ha instaurato un tavolo tecnico di esperti per ottenere uno studio. 70mila miliardi di lire necessari per la sistemazione dell’intero stivale italico, “3-4 finanziarie dell’epoca”, dissero gli esiti dell’analisi. “Una cifra enorme”, prosegue Matteoli, “ma se si pensa che dal 1991 al 2001 si sono spesi mediamente 7mila miliardi all’anno per interventi sulla calamità, arriviamo alla stessa cifra complessiva”.

L’invito di Matteoli alla classe politica, pertanto è quello di “fermarsi un attimo a riflettere sulla soluzione: i ministeri continuano a dare risorse per la messa in sicurezza del problema idrogeologico, fondi insufficienti alle richieste delle amministrazioni colpite da calamità, quindi senza risolvere il problema”. In pratica, tirare fuori gli stessi soldi prima, risolvere, e non dover pagare poi denari e vittime. La critica di Matteoli non si risparmia nemmeno verso “l’uomo, che costruisce dove non si può, contro natura, lungo i fiumi, senza cognizione, più o meno in tutta la nazione e senza differenza di amministrazioni. Ed è gravissimo sbagliare così al giorno d’oggi, con le tecnologie di cui disponiamo: il nuovo crolla mentre il vecchio rimane in piedi”.

Per quanto riguarda i tempi per la sistemazione dei territori teramani colpiti dall’alluvione degli ultimi giorni: “non si conoscono ancora i tempi”, spiega il ministro, “i Comuni non hanno ancora inoltrato le richieste di calamità, alle quali seguiranno le richieste di fondi e solo allora si conoscerà la reale entità dei danni. Manderemo, quindi, i nostri tecnici per verificare le necessità”. “Intanto i Comuni con necessità urgenti possono ricorrere alla ‘somma urgenza’, per ristabilire la normalità, somme che verranno poi rimborsate”, aggiunge Giuliante, “intanto, si sono già tenuti due riunioni con i sindaci dei territori colpiti e a breve verranno forniti dei report dettagliati”.matteoli_5

Una breve sintesi è stata fatta dal ministro Matteoli sulla relazione fornita dall’Anas circa l’incidente che ha causato la morte dell’imprenditore teramano Pietro Di Sabatino, annegato a bordo della sua auto sotto l’acqua che ha riempito il sottopassaggio adiacente l’uscita del casello autostradale di Mosciano: “Una tripla sfortuna: sia l’Anas che la Società Autostrade avevano correttamente posto i segnali di allerta e di divieto di transito nel posto in questione; inoltre, a 100 metri dall’accaduto erano in azione agenti della Protezione Civile e vigili del fuoco. Ma l’uomo, proveniente dalla A14 ha proseguito ugualmente la marcia. Sono comunque in corso verifiche per controllare un eventuale malfunzionamento dell’impianto di sollevamento delle acque nel sottopassaggio: in impianto che mai prima ha dato problemi, costruito meno di 5 anni fa, insieme al 3° lotto della Teramo-Mare”, illustra Matteoli.

Conclusa la conferenza, il ministro e l’assessore Giuliante si sono spostati a Silvi, dove alle 18:00 si è tenuto il convegno già citato, presso il Palauniverso, al quale parteciperanno, tra gli altri, l’onorevole Carla Castellani, il sindaco di Silvi, Gaetano Vallescura e il sindaco di Pineto, Luciano Monticelli, presentatosi in tenuta di soccorso per chiedere al ministro urgenti misure di intervento.

 

Il commento di Maurizio Acerbo, consigliere regionale Prc. Fa piacere che persino un ministro del governo Berlusconi come Altero Matteoli finalmente si ponga il dubbio che “se forse non avessimo costruito dove non si doveva oggi non lamenteremmo disastri di questa portata”. Purtroppo la politica nazionale e locale continua imperterrita a favorire la cementificazione indiscriminata e il consumo di suolo. Se la pioggia è un fatto naturale anche se amplificato dai mutamenti climatici che pare rendano più intense le precipitazioni la impermeabilizzazione progressiva del territorio è frutto di dissennate scelte politiche ed economiche. Il governo del territorio è una delle principali competenze della Regione ed è ora di approvare norme che frenino questo insensato saccheggio. Questo è il senso della nostra battaglia sull’urbanistica regionale che ci vedrà di nuovo fare ostruzionismo al fine di ottenere sostanziali modifiche al testo unico dell’edilizia all’ordine del giorno della seduta di martedì del Consiglio Regionale. Confidiamo che il PDL accetti finalmente le nostre proposte. Come ribadiamo da mesi è vergognosa e risibile per esempio la norma sulla permeabilità dei suoli contenuta nel testo unico  che di fatto consente di cementificare l’intero lotto edificabile. E’ altrettanto grave che non si voglia limitare l’edificabilità dei terreni agricoli che in Abruzzo e che si voglia mantenere in piedi il meccanismo di complicità Regione-Comuni con cui si eliminano continuamente i vincoli paesistici per consentire di costruire dove non si dovrebbe. L’idea che il compito dei politici affidabili sia quella di far costruire ovunque e dovunque è primitiva e ormai apertamente in contrasto con l’impostazione dei paesi europei avanzati. Speriamo che il susseguirsi di calamità induca finalmente un ravvedimento operoso nella politica regionale e che si avvii una organica strategia di gestione del territorio fondata sulla rigenerazione della risorsa acqua e che garantisca la massima permeabilità possibile dei suoli urbani e una parallela attenzione ad una vulnerabilità degli acquiferi. Il primo passaggio in tal senso è sicuramente una normativa urbanistico-edilizia regionale che recepisca i nostri emendamenti.

 

Daniele Galli


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