Pescara. “Oltre un terzo di finanziamenti in meno, introduzione di ticket obbligatori, neanche un euro in più per l’Aquila e i comuni del cratere, inclusione sociale interamente appaltata. Insomma un piano assolutamente carente per fondi e servizi”. È la dura critica di Marinella Sclocco, consigliere regionale del Partito democratico, al piano sociale regionale per gli anni 2011-2013.
Approvato lo scorso 30 dicembre dalla giunta regionale, il piano presentato dall’assessore alle politiche sociali Paolo Gatti è stato inviato al consiglio regionale, dove ha subito alcune variazioni. “Abbiamo inserito quote maggiori ad esempio per disabilità mentale e post-terremoto all’Aquila” prosegue Sclocco “voci che comunque non hanno copertura finanziaria”. Come ricordato la settimana scorsa anche dall’assessore alla politiche sociali al comune del capoluogo Stefania Pezzopane, ascoltata dalla commissione affari sociali della regione sulla questione.
“I finanziamenti al piano provenienti dalla regione vengono decurtati del 31,7 per cento, quelli statali del 37,4” spiega Sclocco nella conferenza di questa mattina a Pescara, dopo una riunione con sindaci e sindacati. “La media è di quasi il 35 per cento, più di un terzo del totale dei fondi”. La terza fonte di finanziamento – le risorse comunitarie provenienti dal Fondo sociale europeo – andrà a bilanciare i tagli, coprendo l’inclusione sociale in precedenza gestita da ambiti territoriali, ma solo attraverso progetti di enti di formazione insieme a partner del terzo settore.
“Inoltre nel piano” prosegue il consigliere “vengono indicate solo le percentuali, e non le cifre assolute. Quindi il 40% destinato agli interventi generali, ad esempio, potrebbe anche risultare il 40% di zero. Cioè zero”. Oltre all’aspetto dei finanziamenti la critica è anche su principi e contenuti. “Non c’è un’analisi del contesto, non c’è una descrizione, per l’Aquila e i comuni del cratere è previsto lo stesso taglio delle altre voci, niente per giovani e famiglie”.
Poi si entra nel merito. I ticket, in primo luogo. “Nei piani precedenti c’erano servizi gratuiti decisi dagli ambiti. Nell’attuale vengono introdotti ticket obbligatori. In una regione dove già si pagano ticket sanitari molto alti, si aggiungono anche ticket sociali” afferma ancora Sclocco. In base al nuovo piano, per ricevere servizi come l’assistenza domiciliare ad anziani e disabili, servizi per la prima infanzia, trasporto, telesoccorso o teleassistenza, bisognerà pagare il ticket ai comuni.
E ancora l’integrazione sociosanitaria. “Era già prevista dalla legge 5 del 2008” spiega Sclocco “ma da allora non si è fatto niente. Adesso viene riproposta senza però dotarla di un programma sociosanitario d’ambito e di un organo di pianificazione integrata. Quindi si tratta solo di un annuncio, senza strumenti e senza programmi”.
Altra novità del piano è l’istituzione del centro regionale per il management sociale. Ma il timore del consigliere è che si tratti di un ulteriore strumento per distribuire consulenze esterne. L’assistenza domiciliare integrata – Adi – poi diventa solo per i non autosufficienti mentre in precedenza veniva garantita ad una varietà di situazioni.
E infine la qualità dei servizi. Un sito internet, un assistente sociale ogni dodicimila abitanti, un segretariato aperto ventiquattr’ore alla settimana e un numero di ore di assistenza scolastica alle persone disabili pari a quello del 2009. Questi gli standard minimi di qualità richiesti agli ambiti. Inadeguati secondo Sclocco.
La replica dell’assessore regionale alle Politiche Sociali, Paolo Gatti. “Mentre ripeto per l’ennesima volta che sono disponibile a discutere su eventuali proposte di merito da parte dei consiglieri di opposizione per migliorare il Piano Sociale Regionale, segnalo che nelle diverse sedute di commissione, alle quali ho partecipato, non sono mai emerse le osservazioni che oggi leggo. Se fossero emerse in quelle sedi avrei avuto l’occasione di chiarire agli amici consiglieri che nessun ticket è previsto per i servizi sociali compresi nel Piano e che la riduzione dei fondi non è assolutamente nell’ordine che loro dichiarano. C’è, certo ma è marginale. Al netto del lavoro che le opposizioni devono fare e che comprendo, spero che non si scada nella mera strumentalizzazione. Riconfermo la disponibilità al dialogo e spero, infine, nella celere approvazione del Piano Sociale Regionale, nell’interesse dei destinatari dei servizi, di tutti i cittadini abruzzesi e delle amministrazioni comunali che sono in prima linea nell’affrontare le problematiche legate al mondo del sociale”.
Pierluigi Farnese