Le regioni italiane utilizzano poco i fondi comunitari. E’ quanto emerge da uno studio prodotto dalla Uil, che ha monitorato per il quarto anno consecutivo il livello degli impegni di spesa dei singoli programmi operativi regionali, nazionali ed interregionali. “Ne esce un quadro che presenta un livello di spesa effettiva ed un livello di impegni abbastanza modesto” scrive il segretario confederale Guglielmo Loy nella presentazione “soprattutto nel Mezzogiorno, ma che non risparmia alcune aree del centro Nord. Alla luce di questi dati è indispensabile e quanto mai urgente mettere in moto tutti i processi per assicurare la velocità della spesa, concentrando le risorse su pochi e selettivi interventi e con un forte coordinamento con le politiche ordinarie”.
Dallo studio della Uil emerge, infatti, che per il periodo 2007-2013, le risorse dei Fondi Strutturali Europei ammontano complessivamente a 59,4 miliardi di euro. Al Centro Nord la spesa si attesta all’16,3% (2 miliardi di euro) con una programmazione al 34,1% (4,2 miliardi di euro), mentre nel Mezzogiorno siamo fermi al 8,2% (3,9 miliardi di euro), mentre gli impegni programmati arrivano al 16,6% (7,8 miliardi di euro).
Le Regioni meridionali, nei programmi di loro competenza, hanno impegnato il 13,5% del totale delle risorse, mentre i pagamenti sono al 6,5. Ma il dato che fa più riflettere è quello paragonato alla massa di risorse spendibili per il primo periodo (già scaduto) 2007 – 2010. Infatti, su una massa di risorse spendibili che ammontano a 33,5 miliardi di euro, ne sono state impegnate il 35,9%, pari a 12 miliardi di euro. Drammatica risulta essere la situazione nel Mezzogiorno, dove queste percentuali scendono alla metà di quelle del Centro Nord.
Un quadro generale che vede in forte e preoccupante ritardo l’Abruzzo, dove gli impegni sono al 7,9% con una spesa certificata al 3%. Per non parlare del Fondo Sociale Europeo, fermo ad una spesa dello 0,1% del totale, una percentuale più bassa addirittura di Sicilia e Calabria.
“Le bugie di Chiodi sono così smaccate da oscurare anche quelle di Berlusconi” commenta Carlo Costantini, capogruppo IdV alla Regione Abruzzo. “Appena due mesi fa, con riferimento all’utilizzo dei Fondi strutturali europei, Chiodi dichiarava che siamo tra le Regioni del Centro-Sud d’Italia con una maggiore capacità di spesa, ma questo non significa che poi corrisponda necessariamente alla qualità. Purtroppo per gli abruzzesi, le cose non stanno esattamente così, anzi! I fatti smentiscono clamorosamente il Governatore abruzzese, mettendone a nudo la propensione all’autoelogio per nulla motivato. Il IV° monitoraggio della UIL ci fornisce un quadro preoccupante che testimonia l’inerzia e l’incapacità della Giunta regionale di centrodestra. L’Abruzzo è fanalino di coda anche rispetto a quelle regioni meridionali che spesso vengono indicate quale esempio negativo in termini di capacità della spesa”.
Costantini ricorda poi che “già nel febbraio 2010 le tabelle della Ragioneria generale dello Stato mostravano una pessima immagine dell’Abruzzo. A quel tempo la Giunta, smascherata dai fatti, si ingegnò a trovare scuse risibili da propinare agli abruzzesi. Ricordiamo ancora le parole dell’assessore Castiglione, che attribuì la colpa di quei dati negativi a un ritardo nella rendicontazione. Siamo in attesa di sapere a quali poteri forti innominabili, anche questa volta, saranno addossate le colpe della palese incapacità politico-amministrativa; oppure si tirerà in ballo l’incompetenza di una dirigenza regionale che Chiodi, però, ha inteso premiare a tutti gli effetti. I dati sull’Abruzzo sono impietosi e denunciano una paralisi evidente, completa e persistente, dovuta all’incapacità di questa Giunta regionale, che al di là dei proclami e delle conferenze stampa non riesce a produrre alcun intervento significativo per dare uno scossone ormai indispensabile all’economia regionale. Chiodi si renda conto che l’Abruzzo non può permettersi di rimandare indietro neanche un euro dei fondi europei. L’inattività della sua Giunta pesa come un macigno su tutti gli abruzzesi, che non potranno accontentarsi delle esternazioni di un presidente dedito a comunicare più che a produrre”.