“Chiodi mente sapendo di mentire” commenta “e una persona bugiarda non può essere considerata affidabile. Se oggi Confindustria e sindacati si sono messi in moto sul versante della ripresa delle attività estrattive, è perché si sono resi conto che la Legge Chiodi in materia non vieta assolutamente nulla. Prevede una sola presunta incompatibilità , che non significa divieto, rimandando in si o il no per una attività estrattiva, al raggiungimento di una intesa col governo nazionale” .
L’inganno sta proprio qui secondo D’Alessandro, “perché la Legge nazionale prevede che qualora l’intesa non venga raggiunta, comunque sarà il governo nazionale a decidere. Come dire: l’Abruzzo dice no, Roma dice si, dunque l’attività estrattiva si farà! Questo è il capolavoro che è riuscito a partorire il nostro presidente!”
Il capogruppo del Ps ripercorre poi le tappe della vicenda risalendo alla Legge regionale n°14 del 2008, che stabiliva precisi divieti. “L’unica parte che non fu impugnata dal governo nazionale , poi abrogata da Chiodi, fu quella in cui introducevamo la Valutazione di Impatto Sanitario (VIS) , unico strumento teso alla difesa della salute dei cittadini di fronte alle attività legate all’estrazione e lavorazione degli idrocarburi. Recentemente, lo stesso direttore dell’Agenzia sanitaria regionale ha riferito in Commissione sanità della necessità di dotare l’Abruzzo della VIS. Forse non era stato informato che il presidente Chiodi l’aveva cancellata”
E conclude: “Le menzogne hanno le gambe corte ed il fatto che si sia riaperto il dibattito sul petrolio in Abruzzo, dimostra la pochezza e l’insignificanza dell’azione di governo del presidente Chiodi”.