Non perché non fossero al vetriolo e non corrispondenti al corso degli eventi personali e pubblici, ma perché per chi come me proviene dalla trincea, dagli stenti, dalle mani piene di calli, dalla vita all’estero da emigrante possono fare solo baffi.
Baffi di tutte le forge e misure: a spazzolino, chevron, a pennetta, a ferro di cavallo, a tricheco, a manubrio, alla Dalì, alla Depp, monarchici, ecc. ecc…”.
Lo scrive Antonio Razzi in una nota.
”Sono in Parlamento perché per ben due volte gli elettori hanno scritto sulla scheda il mio nome e cognome – prosegue il senatore di Fi – con le preferenze. Di questo sono fiero ed orgoglioso. Non devo nulla a nessuno, sono onesto e le mie mani sono intonse e pulite. E, caro coordinatore, altro che avrei “una visione personalistica e grottesca della politica”.