“Prima di votare il bilancio, vogliamo un confronto” chiarisce subito il capogruppo di Futuro e Libertà per l’Italia, Emilio Nasuti. “Il Pdl non ha risposto alle richieste contenute nella piattaforma politica avanzata nelle scorse settimane: se è così forse significa che non serviamo. Se non arriverà un chiarimento, ci comporteremo di conseguenza”. Insomma, la situazione politica abruzzese rispecchia in toto quella nazionale: con Fli che tiene sospeso sul fil di lana il futuro della maggioranza. Il gruppo consiliare dei finiani, infatti, è composto da tre consiglieri, Nasuti appunto, Berardo Rabuffo e Daniela Stati. Ipotizzando un’alleanza con Udc, Api ed Mpa, il Pdl avrebbe un solo consigliere di vantaggio, ovvero l’ex assessore Lanfranco Venturoni, fresco di revoca dell’obbligo di dimora. Ed è proprio la sanità la grande ambizione di Fli: una delega per un suo esponente, l’azzeramento dei manager Asl, lo stop ai commissariamenti degli enti strumentali e fondi nel bilancio per le piccole imprese. Gli stessi richiesti dal Partito democratico che ieri ha richiesto lo stanziamento di dieci milioni di euro per la Vertenza Abruzzo.
Il primo fuori programma è stato portato in aula dal consigliere comunale del gruppo misto Pasquale Corriere, impegnato in una occupazione simbolica dei banchi regionali, per chiedere un impegno ufficiale da parte del Governatore sul pagamento delle tasse da parte degli aquilani. E forme di pacifica protesta sono attive anche fuori dal palazzo dell’Emiciclo, dove una rappresentanza di cittadini chiede di prendere parte alla seduta del Consiglio, al grido di “Zona Franca solo per la mafia”. Cori di disapprovazione contro il vice commissario delegato per la Ricostruzione, Antonio Cicchetti, definito “il più odiato dagli aquilani”.
Approvata risoluzione su fisco nelle zone terremotate. Il Consiglio regionale ha approvato, all’unanimità, una risoluzione che impegna il presidente Gianni Chiodi affinché, insieme ai parlamentari abruzzesi, chieda al Governo nazionale di definire che il trattamento fiscale per il cratere aquilano e per i cittadini che vi risiedono non sia inferiore a quello stabilito per le aree terremotate delle Marche e dell’Umbria. A Chiodi si chiede di intervenire affinché, in sede di conversione in legge del decreto legge sul terremoto dell’Aquila, venga inserita una norma che risolva definitivamente e con parametri certi la vicenda del pagamento delle tasse per le popolazioni colpite dal sisma.
L’intervento di Giorgio De Matteis, vice presidente vicario del Consiglio Regionale. “Non rincorriamo le responsabilità dell’una e dell’altra parte. Chiudiamo una partita che va avanti da anni e che non serve a nessuno, mettendoci a lavorare insieme per il bene di questa regione. E’ chiaro che quello di cui stiamo discutendo non è forse il miglior bilancio, non è forse quello che ci aspettavamo e forse non consente grandi margini di manovra. Ma dobbiamo comunque fare i conti con una realtà regionale e nazionale che continua a registrare grandi difficoltà, di cui tutti sono a conoscenza. E ne è dimostrazione il fatto che sia i sindacati, sia le organizzazioni di categoria degli imprenditori, sono rimasti silenti dopo la redazione dei documenti di programmazione finanziaria”. Sul tema della ricostruzione post sisma, De Matteis ha difeso l’operato della Regione “che ricalca in gran parte il modello in 16 punti adottato nel 1976 per il Friuli e stilato dall’allora assessore alla ricostruzione Roberto Dominici. Ebbene di quei 16 punti noi in Abruzzo ne abbiamo applicati già 13 e non mi sembra un dato da sottovalutare”.
Il Piano Sociale secondo Luigi Milano, capogruppo Api in Consiglio Regionale. “Non è possibile un giudizio, nemmeno stringato, sul documento di Programmazione Economico-Finanziaria Regionale 2011 – 2013, esaminato, discusso ed approvato nell’unica seduta della Commissione competente del 22 dicembre, tra le ultime spese pre-natalizie, 190 pagine colme di buone intenzioni, sovente contraddette nell’articolazione dei capitoli tematici di spesa. Se appare favolistico l’approccio, ad esempio alla modernizzazione delle istituzioni, oppure alla competitività del sistema produttivo, più evidenti sono le labilità e l’inconsistenza progettuale sulle politiche sociali. La trattazione delle problematiche ha uno stile più declaratorio che programmatico, più idealistico che progettuale. Sembra di trovarsi di fronte a mere affermazioni virtuali, futuristiche, con interventi semplicemente enunciati (a favore dei minori e degli immigrati, per arginare povertà autentiche e nuove, per favorire l’integrazione sociale dei portatori di handicap, fisici e psichici). Importanza fondamentale viene affidata al Piano Sociale Regionale 2011-2013, che dovrà essere preso e concretamente redatto: lo sperano tutti i cittadini che fanno fatica a sopravvivere in una società sempre più efficientista e sempre meno solidale; lo sperano tutti i soggetti del terzo settore (organizzazioni di volontariato, cooperative sociali, associazioni di promozione sociale) che portano il peso e la responsabilità del servizio quotidiano agli ultimo ed ai poveri. La loro prossimità alla gente e la loro effettiva conoscenza dei bisogni sociali dovrebbero essere maggiormente premiate attraverso un più forte inserimento nei luoghi deputati alle scelte economiche, alla distribuzione delle risorse ed alla governance dell’intero sistema. Il Documento finanziario non ne parla. E c’è il rischio che restino solo parole”.
Il Piano Sociale secondo il consigliere regionale del Pd Marinella Sclocco. “Per il Partito Democratico in Consiglio Regionale la referente in materia di sociale sono io, e non ricordo mai di aver solo attaccato scelte a mio avviso sbagliate, oppure criticato e basta un documento come le linee guida per la redazione del Piano Sociale Triennale Regionale. Al contrario il partito democratico in materia è sempre stato propositivo, si è rimboccato le maniche, ha lavorato accanto e con le associazioni e le cooperative sociali, coi sindacati, con gli ambiti affinché chi lavorava a questi documenti li rileggesse criticamente e ne contestualizzasse le scelte che noi ritenevamo sbagliate per il bene della collettività, delle famiglie che vivono disagi importanti, per il bene delle persone. Non ci siamo lamentati e basta, non abbiamo solo alzato la voce e puntato il dito contro una maggioranza che disattendeva le aspettative di una regione che registra alti tassi di disagio, disabilità, sofferenza, e carenze di natura socio sanitaria. Al contrario ci siamo sempre operati a fornire indirizzi, abbiamo aperto alla collaborazione abbiamo sottolineato i punti di debolezza di quanto si programmava in materia, per correggerli per il bene della collettività, appunto della persona. Ho chiesto ed ottenuto la proroga del piano sociale vigente al fine di poterne segnalare le debolezze e correggerne i contenuti del redigendo per il triennio avvenire. Dico ottenuto perché l’assessore Gatti ha dichiarato a mezzo stampa che mi avrebbe coinvolta ascoltata nelle limature. Ho alzato il mio grido d’allarme per la scarsità di fondi a disposizione e per il moto di “involuzione di interesse” nei confronti dell’uomo – persona manifestata dal Governo centrale e automaticamente recepito dai loro regionali”. La Consigliera Sclocco ha rimarcato la assoluta assenza di riforme, snocciolando il “non fatto” dalla maggioranza attuale: La Legge sulla famiglia, l’Istituzione del Garante per l’infanzia, la Legge Quadro per le Politiche Sociali, la Legge sulla vita indipendente. “Ma in Abruzzo essere riformisti può significare anche solo semplicemente applicare quelle già esistenti attraverso l’attuazione ad esempio della Legge sull’autorizzazione e l’accreditamento dei servizi sociali, o quella sulla qualità dei servizi occorre migliorare l’osservatorio sociale regionale al fine che esso possa fornire dati aggiornati sui bisogni effettivi del nostro territorio, dati utili anzi indispensabili come base reale per stilare un Piano sociale efficiente. In conclusione sono anche molto preoccupata dai dati della finanziaria che vedono quasi tutte le voci ridotte allo zero e non può bastarmi come risposta quella che l’assessore Gatti ha fornito all’intera assise, ovvero che ha previsto finanziamenti europei per coprire le deficienze economiche previste nel bilancio 2011. Non può bastarmi , non può bastarci perché non è attraverso quei fondi che si possono garantire servizi efficienti e puntuali nel rispetto della dignità della persona e degli operatori del settore”.
Alle ore 19.45, il Consiglio regionale approva il Documento di programmazione economico-finanziario. A favore hanno votato il Pdl e l’Mpa; contro i partiti del centrosinistra. Assenti al momento del voto i consiglieri di Fli e Api, i primi in segno di dissenso con la gestione del rimpasto di giunta.
“Non ci sono né idee di riforma né la consapevolezza dei problemi e neppure la una strategia per la più grande discarica di rifiuti tossici in Europa che si trova a Bussi” commenta il capogruppo di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo. “Non viene indicata la strategia per la messa in sicurezza per gli alloggi popolari, quando una Regione non è in grado di erogare borse di studio per gli studenti aventi diritto, il quadro negativo è completato”.
Il Documento di programmazione economico finanziaria 2011-2013 punta sulla modernizzazione delle istituzioni regionali, le riforme necessarie al miglioramento della competitività del sistema produttivo e le politiche per la famiglia e la persona. Il Dpefr definisce le linee generali e la base per la politica di bilancio e di sviluppo del prossimo triennio, illustrando gli obiettivi di intervento in tutti i campi della politica regionale.
Domani alle 11 il Consiglio entrerà nel merito di Bilancio e Finanziaria che la maggioranza vuole approvare entro il 31 dicembre per evitare che a coprire il buco della sanità di 360 milioni di euro sia un nuovo aumento delle tasse.