Pescara. La proposta della giunta regionale per la legge finanziaria e di bilancio 2011 va in consiglio domani. E il Partito democratico non le manda a dire. “Con il bilancio di Chiodi l’Abruzzo resterà inchiodato” esordisce il capogruppo Pd in consiglio regionale Camillo D’Alessandro. “Se tutti gli zeri nelle voci di bilancio resteranno tali, domani sarà celebrato il funerale di una regione morente” prosegue.
Toni forti, che riflettono – a detta del gruppo democratico – la mancanza di prospettive della proposta di legge, che sarà discussa domani. “Un bilancio dovrebbe esprimere una programmazione e immaginare ciò che dovrà accadere anche negli anni prossimi. In questa proposta ragionieristica, invece, non c’è spazio per il sostegno né alla ripartenza economica, né alla tenuta sociale in Abruzzo” aggiunge D’Alessandro.
E poi la proposta. Lungo due direttrici. “Vogliamo istituire un capitolo ‘vertenza Abruzzo’ di almeno dieci milioni di euro per finanziare le politiche di sviluppo condivise nel patto per l’Abruzzo” spiega il capogruppo. “E poi rifinanziare capitoli essenziali delle politiche sociali, come i trasporti per le persone disabili e le misure contro la povertà e in favore delle famiglie”. Evitare il taglio dei servizi. Capitoli strategici per la tenuta sociale.
Ma con quali soldi? Per i democratici, il finanziamento può derivare dalla valorizzazione del patrimonio immobiliare regionale. A gestire il patrimonio – come prevede la legge Tremonti – sarebbe una società a prevalente capitale pubblico, con la partecipazione di banche attraverso avviso pubblico. Vendere dunque gli immobili indicati dalla legge regionale D’Amico “sui quali non è stata esperita ancora alcuna procedura” afferma D’Alessandro. E razionalizzare gli affitti.
“Sono già stati individuati immobili che già nel 2011 potrebbero portare nelle casse del ‘fondo vertenza Abruzzo’ dai dieci ai venti milioni di euro” aggiunge il vicepresidente del consiglio regionale Giovanni D’Amico.
Altro denaro – per i democratici – arriverebbe dal taglio della spesa improduttiva. A cominciare dai ventuno enti commissariati da circa due anni “per i quali non esistono ancora proposte di chiusura, riforma o fusione” spiega ancora D’Alessandro. L’accorpamento – entro sei mesi – di Gtm, Arpa e Sangritana garantirebbe poi diversi milioni di euro da destinare a servizi essenziali e trasporti. Quindi, l’istituzione di un unico centro regionale di ricerca sull’agricoltura – al posto degli attuali tre – e l’acquisizione dell’associazione regionale allevatori da parte dell’Arssa, l’agenzia per lo sviluppo agricolo. E infine la confluenza degli attuali sei consorzi industriali in un’unica agenzia regionale che tracci le linee della politica industriale, scelta condivisa anche dalle parti sociali.
“In questo periodo di grande difficoltà per la regione” conclude D’Amico “dobbiamo restituire all’economia e allo sviluppo i 101 milioni di euro che Chiodi ha liberato dalla sanità, impegnando i fondi Fas”.
Pierluigi Farnese