La buona performance del credito alle famiglie, contribuisce tuttavia a ridimensionare e in parte nascondere, invece, i segnali contraddittori che arrivano nel rapporto tra credito e imprese. Secondo la ricerca della Cna, infatti, l’incremento del credito alle aziende, a livello provinciale, è distribuito in modo difforme: sostanzioso a Teramo (+230), più modesto a Pescara (+134) e L’Aquila (+96). Mentre, all’opposto, Chieti subisce ancora un allarmante decremento, pari a -211 milioni di euro. Un segnale, quest’ultimo, che fa il paio con l’andamento nel territorio regionale delle “sofferenze”, ovvero di quei crediti che le banche riescono a esigere con sempre maggiori difficoltà dalla loro clientela indebitata: nel Chietino, infatti, le “sofferenze”, nei primi nove mesi de 2010, si impennano con un incremento di 177 milioni di euro (+68,92%), condizionando il risultato complessivo abruzzese, che risulta nettamente peggiore (+30,74%) della media italiana (+23,26%), per un ammontare complessivo regionale di 381 milioni di euro.
A riprova della particolarità del “caso” Chietino, va segnalato anche l’incremento specifico delle “sofferenze” delle imprese: ben 155 milioni, ovvero il 50% delle “sofferenze” totali. Di più modeste dimensioni, al contrario, lo stato delle risultato raggiunto all’Aquila (+70 milioni), Teramo (+42) e Pescara (+45). Un quadro negativo, infine, che porta la soglia media regionale dell’aumento delle “sofferenze” bancarie, per quel che riguarda le imprese, al 32% in più dell’anno passato, contro un valore medio nazionale del 22%.