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Regione Abruzzo, Castiglione-Pdl: pace fatta

 

Pescara. “Sono entrato in una grotta buia, ho acceso la luce e mi sono ritrovato su Scherzi a Parte”. Con tale sarcasmo il vicepresidente della Regione, Alfredo Castiglione, motiva il suo dietrofront dall’adesione a Futuro e libertà. Pronto a riabbracciarlo l’intero Pdl abruzzese e il Presidente Gianni Chiodi: “Le correnti portano danno al partito”, afferma durante la conferenza stampa di questa mattina.

Prima la decisione di seguire i passi finiani, dopo la militanza nel movimento Generazione Italia, di Futuro e libertà; poi i primi ripensamenti, successivi agli attacchi dell’On. Catone alla Giunta Chiodi in merito allo sviluppo regionale: “Quella fu la prima avvisaglia del mancato allineamento di Fl con la Giunta regionale, della quale io resto il vicepresidente”, spiega Castiglione. E così, dopo essere stato il primo abruzzese ad entrare nel nuovo partito, se ne tira fuori cancellando le intenzioni estive di Generazione Italia:  “In questi mesi, con quel movimento importante credevo di trovare una destra aperta ed europea, che si è poi sciolta come neve al sole seguendo metodi e scelte di persone legate ad una politica passata: altro che futuro”, incalza Castiglione.  Si dice fortemente deluso dai vertici nazionali di Fl, accusandoli di aver trasformati un movimento in un partito senza mai riconsegnare le tessere del Pdl: in sostanza, un partito che poco ha di nuovo. Non basta, ne esce e allerta chiunque dal fare il proprio errore: “Non aderite ai vecchi metodi della politica, altrimenti sconterete la mia stessa delusione. Vi sono testimone che Futuro e libertà, come terza gamba del Paese, non è attendibile”.
Cosa farà, allora, il neo-riacquisto del Pdl? “Continuerò il mio lavoro sulle problematiche sociali e del territorio insieme a Chiodi”, rassicura Castiglione, “il Pdl esce rafforzato da questa vicenda: siamo più coscienti che la Regione Abruzzo ha bisogno di stabilità istituzionale. Insieme al confronto con il territorio, ribadisco il rafforzamento del rapporto con il premier Berlusconi”. Soddisfatto (e numericamente rincuorato) il presidente Chiodi, anche nella seconda veste di Rappresentante dell’ufficio nazionale del Pdl: “Castiglione ha preziose capacità di consenso elettorale, esperto nel tessere i rapporti verso l’alto e il basso e ha un’immagine altamente spendibile. La sua scelta rende il governo centrale capace di lavorare senza fibrillazione e quello regionale in migliori condizioni di affrontare le sfide del momento, continuando a lavorare strategicamente, in una Giunta monocolore, come mio vice e come assessore allo Sviluppo economico”, commenta senza celare la propria distensione. Impossibile, per lui, tenersi nel fodero la definizione del partito facente capo a Gianfranco Fini: “Questo episodio dimostra come facciano una politica in cui i numeri vengono prima dei progetti. Di fronte a ciò, non ci preoccupiamo di chi vi ha aderito e siede nel Consiglio regionale”.
Concetto ribadito anche da Filippo Piccone, coordinatore regionale Pdl: “Oltre a non indebolirci, il rientro di Castiglione pone l’accento su un percorso pragmatico e non ideale. Non è caduto nel solito gioco dei numeri, dove un deputato in più fa sempre comodo, ma si è confrontato con le proprie idealità ed ha smascherato le vere finalità di Fl”. Un tema proiettato anche in chiave nazionale: “Al di là delle fughe opportunistiche, il Pdl continua a credere nel proprio progetto bipolari stico e ha le gambe per camminare da solo”.
Pace fatta, dunque: “c’è serenità, e si supereranno anche i fisiologici nervosismi di qualche consigliere”, conclude Piccone. Si attendono, ora, le mosse di Giunta da parte di Chiodi, finora marcato come ‘attendista’ dinanzi al gruppo in fuga alla ruota di Fini: “Non era chiaro il quadro politico della Giunta, e il mio attendismo nell’assegnazione delle deleghe era ed è non solo politico. Si attende per non prendere decisioni estemporanee, ma ciò crea difficoltà solo al presidente che assume ancora qualche delega in più”, chiarisce Chiodi.

Daniele Galli