L’Aquila.
Consiglio regionale d’Abruzzo sospeso, dopo l’irruzione in aula di un gruppo di manifestanti, mobilitati, sin dalla mattinata, contro la nomina di Antonio Cicchetti a vice Commissario per la Ricostruzione e contro le politiche del Governo per la rinascita de L’Aquila. Alcuni consiglieri, soprattutto d’opposizione, stanno cercando il dialogo con i Comitati, ma ogni tentativo è salutato con fischi ed insulti.
Maurizio Acerbo (PRC) ha sposato la causa dei manifestanti, citando i motivi per i quali Cicchetti risulta persona ”poco gradita”: sentenza di condanna della Corte dei Conti per ”culpa in vigilando” nella gestione della Perdonanza e conflitto d’interessi in primis.
“Se sei condannato non puoi avere incarichi così delicati” ha detto tra l’altro Acerbo, applaudito, quando ha chiesto a gran voce le dimissioni del neo vice Commissario. Lo stesso consigliere all’inizio della seduta aveva appeso uno striscione in aula con la scritta “Cicchetti è un condannato”. La stessa lingua dei contestatori che con gli slogan “Basta con Commissari, cricche ed affari” e ‘‘Fuori i poteri da L’Aquila, no commissari, no manfrine” hanno superato il blocco delle forze dell’ordine e invaso l’aula. La protesta dei comitati è contro la gestione della ricostruzione da parte di Regione e Governo. Alcuni cori anche contro il sindaco Cialente, l’ex assessore Daniela Stati e Silvio Berlusconi, al quale ironicamente viene richiesto di tornare a L’Aquila. Forti contestazioni per il commissario della ricostruzione e presidente della Regione Gianni Chiodi.
La seduta interrotta avrebbe affrontato i temi della ricostruzione de L’Aquila e il resto del cratere, ma anche di Abruzzo Engeering e delle “strane” consulenze al socio del presidente. Il centrosinistra compatto, su proposta del capogruppo Camillo D’Alessandro, ha richiesto al Presidente dl consiglio regionale, Nazario Pagano, la ripresa immediata del consiglio regionale, esprimendo la più totale contrarietà sulla nomina di Cicchetti a vice commissario. Ma il destino della seduta sembra ormai segnata, anche perché gran parte della maggioranza è andata via non appena i contestatori sono entrati in aula.
“Quanto avvenutonell’Aula Consiliare del Consiglio Regionale d’Abruzzo non ha nulla a che fare con la legittima espressione del pensiero e del dissenso”. Lo afferma il consigliere del PdlL Riccardo Chiavaroli.
“Il fatto – aggiunge – che un gruppo violento di facinorosi possa irrompere in un’aula istituzionale ed interromperne i lavori, infatti, non e’ un buon servizio ne’ alla democrazia ne’ tantomeno alla citta’ dell’Aquila.
Un fatto incredibile mai successo prima e che non va sottovalutato per il germe di violenza che, al pari di altri episodi in Italia in questi giorni, lascia intravedere. Preoccupa – dice ancora Chiavaroli – il fatto, poi, che persino alcuni consiglieri delle opposizioni abbiano ritenuto giustificabile il comportamento dei manifestanti. Mi auguro, tuttavia, che si tratti di di un episodio isolato ma al contempo rivolgo sin d’ora un pubblico appello a Prefetto e forze dell’ordine affinche’ – nel rispetto assoluto delle leggi – non sia mai piu’ impedito ad un organo legislativo quale il Consiglio Regionale d’Abruzzo, di esercitare le proprie funzioni a causa di azioni di forza esterne. Cio’ infatti rappresenterebbe un vulnus gravissimo a danno della democrazia, delle istituzioni e soprattutto dei pacifici cittadini aquilani che sono per fortuna la stragrande maggioranza”.
Il consiglio regionale è stato aggiornata a domani. Alle 11:00 ci sarà la sessione ordinaria, mentre alle 15:00 quella relativa ai problemi della ricostruzione aquilana e degli altri comuni del cratere. Pagano ha rassicurato i manifestanti che il consiglio di domani sarà svolto a porte aperte.
21 Settembre 2010 - 15:20