In esse sono tracciate le vere e proprie evoluzioni del welfare regionale, superando le logiche di assistenzialismo e di dipendenza, con l’obiettivo di affermare strumenti attivi di assistenza e protezione, orientati più al cittadino e meno ai sistemi di rappresentanza e di mediazione.
“Suggerimenti e osservazioni” commenta Gatti “che io stesso ho sollecitato in un percorso franco e leale di confronto con le parti sociali. Sono ovviamente sempre ben accetti, ma dispiace che possano essere oggetto di strumentalizzazione per accreditare la tesi che la Regione Abruzzo faccia poco e male in tema di politiche sociali. Abbiamo fatto tanto con il contributo di tutti, e molto altro dobbiamo fare per mantenere e migliorare il livello dei servizi, nonostante l’evidenza dei tagli di risorse a livello nazionale e lo stato deficitario delle casse regionali. Auspico che il confronto che ci apprestiamo a realizzare sia ampio, esaustivo e rapido per dare certezze e servizi di qualità ai cittadini”.
E in riferimento alle osservazioni mosse dalla Uil, l’assessorato precisa: “per quanto riguarda la mancata adozione di una legge regionale di recepimento della Legge quadro, in previsione dell’unificazione di tutte le norme regionali che incidono sul welfare, il quarto Piano Sociale Regionale individuerà con precisione i livelli essenziali, i criteri di gestione dei servizi e delle strutture assistenziali, dando atto che da mesi l’assessorato già ha proceduto a proporre ipotesi normativa di riordino delle Ipab, oltre che attivare gli uffici per la riformulazione della normativa regionale in materia di autorizzazione ed accreditamenti; sulla carenza dei dati socio-demografici esposti nelle Linee Guida, una puntuale lettura socio-demografica e dei bisogni troverà ampia sede nella costruzione del Profilo sociale regionale del redigendo PSR, correlandosi alla definizione dei Livelli essenziali di assistenza sociale; sull’inclusione sociale per la prima volta e con una logica innovativa, questo settore vedrà destinati ingenti risorse attraverso l’utilizzo del Fondo Sociale Europeo; infine, per quanto attiene ai metodi di distribuzione delle risorse, di concerto con le parti sociali, l’assessorato sta individuando i nuovi criteri di ripartizione delle risorse, mediante l’individuazione di indicatori di contesto certamente più calibrati di quanto avvenisse nel recente passato”.