“Ci dissero” continua “che 22 ospedali pubblici costavano al contribuente un miliardo e 300 milioni di euro, così occorreva provvedere attraverso la costruzione di nuovi ospedali. Per Chiodi e Venturoni, sembrava cosa già fatta: 240 milioni di euro impegnati dal Governo nazionale, 90 milioni di euro già nelle casse regionali; subito dietro l’angolo, la vendita dei vecchi immobili e la costruzione dei nuovi. Sono passati dodici mesi, ma di quei soldi neppure l’ombra! Di nuovi ospedali parla solo Venturoni, che però avvia la privatizzazione dell’ospedale di Sant’Omero”.
Secondo D’Alessandro, “fa bene, il sindaco di Giulianova, ad essere preoccupato e non fidarsi, perché dopo l’Utic, pian piano, scompariranno anche altri reparti e l’Ospedale giuliese sarà ridotto a poco più di un poliambulatorio. Questa volta non c’entra neppure l’eterna rivalità tra teramani e giuliesi a favore dei primi, ma ci troviamo in presenza di qualcosa di molto più sofisticato e pericoloso per la sanità pubblica: la Val Vibrata sarà sede di uno dei primi esperimenti italiani (a totale carico dei contribuenti) che metterà il privato nella comoda condizione di chi riscuote i profitti senza metterci neppure i capitali. Il tutto giustificato dalla mobilità passiva e da altre risibili motivazioni. Intanto si mandano allo sfascio le strutture pubbliche, siano esse di Giulianova o di Atri, poliambulatori o distretti. L’importante per qualcuno è dare all’opinione pubblica l’immagine di un settore pubblico che non funziona, cosicché il privato possa apparire come la soluzione di tutti i mali. Ma quella di Sant’Omero è una vicenda appena agli inizi, sulla quale l’Idv impegnerà tutta la propria presenza in Consiglio regionale per impedire la privatizzazione degli utili e la pubblicizzazione delle perdite”.