E’ stato Ministro dell’Interno dal 1976 al 1978, quando in Italia incombeva il terrore delle Brigate Rosse, Aldo Moro era stato da poco sequestrato e poi ucciso. Dal 1979 al 1980 è stato presidente del Consiglio dei ministri e dal 1983 al 1985 presidente del Senato, fino all’elezione al Quirinale, quando fu eletto come successore di Sandro Pertini. Un’attività politica che ha attraversato cinquant’anni di storia, iniziata all’età di 17 anni, quando si era iscritto nelle fila della Democrazia Cristiana.
Cossiga e le sue esternazioni senza mezzi termini, Cossiga e la sua difesa incondizionata della Costituzione, sempre in prima fila quando si trattava di difendere i principi democratici.
Profondo cordoglio per la sua scomparsa è stato espresso anche dal presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi, a nome di tutti gli abruzzesi e dell’intero governo regionale.
“Con la morte di Cossiga” ha detto Chiodi “scompare un pezzo importante di storia dell’Italia repubblicana, che lo ha visto sempre protagonista quale strenuo difensore dei presidi democratici e costituzionali e quale punto di riferimento della storia politica italiana. Un uomo che da sempre non si è mai nascosto dietro ipocrisie, esprimendosi al di fuori del politicamente corretto”.
Il profondo cordoglio della città dell’Aquila è stato espresso anche dal vice sindaco del capoluogo abruzzese Giampaolo Arduini. ”Un grande Presidente e un grande statista, con una virtù importante: quella di dire sempre ciò che pensava, al di là delle posizioni e dei pensieri che ciascuno poteva avere su di lui. Avevo conosciuto il presidente Cossiga fin dai miei primi anni nella Democrazia cristiana. Sia nei suoi altissimi incarichi di Stato, sia in ambito strettamente politico, ha sempre esercitato un carisma straordinario, risultando sempre un leader coerente con le sue idee. Dopo il terremoto aveva manifestato un sincero e costante interesse nei confronti della tragedia della nostra città che, sono convinto, lo saluta con stima e affetto”.
Al coro unanime di cordoglio si unisce anche Giacomo D’Arrigo, coordinatore nazionale di Anci giovane e componente dell’ufficio di presidenza dell’Associazione. “L’Italia perde un protagonista assoluto della politica” ha detto “che ha saputo coniugare il servizio per le Istituzioni con una personalità vivace e spesso ironica ed autoironica. Una figura di rilievo, riferimento per tantissimi giovani oggi attivi nelle istituzioni locali”.
E ancora, Nazario Pagano, presidente del Consiglio Regionale d’Abruzzo: ”L’Italia perde una figura di grande levatura istituzionale che ha donato valori importanti per il futuro del nostro Paese. Un uomo che ha dato linfa per la crescita democratica ed istituzionale della nostra Repubblica”.