L’Aquila. “La vicenda dei lavoratori precari che hanno chiesto il riconoscimento della natura subordinata del rapporto di lavoro con la Regione Abruzzo affonda le sue radici nel passato remoto e si poteva risolvere all’epoca, stabilizzando il personale con corsi-concorso, come fatto da altre amministrazioni regionali”.
E’ il commento del vicecapogruppo del PD in Consiglio regionale Alberto Balducci alla sentenza, emessa il 21 gennaio scorso dalla Corte di appello di L’Aquila – sezione lavoro, con la quale è stata confermata la natura subordinata del rapporto di lavoro tra la Regione Abruzzo e alcuni ex precari.
“Si tratta di una vicenda che risale a diversi anni fa – spiega Balducci – allorchè furono chiamati alcuni lavoratori a progetto in Regione. Ad essi erano state affidate mansioni da impiegati subordinati, spesso con una funzione superiore al progetto per il quale erano stati assunti ma con stipendi inferiori.
Durante la consiliatura Chiodi i contratti vennero a scadenza: una parte di essi fu riconfermata, altri invece persero il lavoro. Questi ultimi si sono rivolti alla magistratura per ottenere gli emolumenti spettanti ai lavoratori subordinati”.
Secondo il vicecapogruppo “tutto questo si sarebbe potuto evitare ricorrendo allo strumento del corso-concorso, come fatto da altre Regioni, per stabilizzare i precari. La sostanza del discorso è che ora dobbiamo accollarci oneri per i quali non abbiamo responsabilità: un lascito ulteriore della pesantissima eredità tramandataci dal precedente governo di centrodestra”.