Il risanamento della sanità abruzzese “è stato avviato solo da questo governo regionale: lo stesso che ha portato l’Abruzzo a raggiungere per la prima volta, il pareggio economico-finanziario. Altre versioni, più o meno suggestionanti, fanno parte della propaganda che vuole coprire magagne, imperizie e inadempienze”.
Secondo l’assessore regionale alla Salute Lanfranco Venturoni, la delibera n.354 del 24/4/2008 che, in applicazione della legge 20/2006, procedeva al recupero di somme non dovute nei confronti delle cliniche private, è solo una disposizione di “facciata e mai operativa”.
“Tante volte” aggiunge “è stata additata dal centro sinistra come la madre di tutte le delibere per il riordino del settore sanitario, tanto da meritarsi una pubblicazione sul Bura un anno dopo l’adozione, cioè nel marzo del 2009, nonostante l’Abruzzo fosse in fase di Piano di rientro, sottoscritto nel 2007 con i ministeri della Salute e dell’Economia per azzerare il deficit di bilancio. Malgrado questo, quell’unico atto che avrebbe dovuto essere funzionale al contenimento dei costi viene pure dichiarato illegittimo ed annullato dal Tar nel 2010, dopo l’impugnativa delle cliniche private. Una bocciatura su tutti i fronti”.
Altra legge di cui secondo l’assessore “il centro sinistra si fa vanto di buon esempio ma mai attuata dal governo regionale di centro sinistra è la 32 del 31 luglio 2007 che fissa le regole per l’accreditamento e gli accordi contrattuali delle strutture pubbliche e private. Anche questa inizia a divenire operativa solo nell’ottobre 2009, in conseguenza della pubblicazione del manuale di autorizzazione ed accreditamento, ad opera del commissario ad acta, Gino Redigolo. Quindi è solo nel corso di quest’anno che si stanno ponendo in essere tutti i provvedimenti necessari per addivenire all’accreditamento istituzionale delle strutture pubbliche e private”.
Per quanto riguarda, poi, il commissariamento Venturoni chiarisce che “seppure in fase di piano di rientro, non necessariamente la Regione doveva subire la nomina di un commissario ad acta. E’ accaduto perché il Governo Prodi, in sede di monitoraggio di attuazione del Piano di rientro nel febbraio 2008, ha preso atto delle profonde inadempienze della Giunta di centro sinistra ed ha attivato la procedura prevista dalla normativa nazionale per le regioni inadempienti: nel settembre 2008 Gino Redigolo viene nominato commissario ad acta. A leggere gli atti appare chiaro chi ha risanato e chi ha chiacchierato e mentito. Noi e solo noi abbiamo cominciato l’attività di risanamento, riconosciuta dal Governo nazionale che, nel mese scorso, ha escluso l’Abruzzo dal novero delle regioni ancora inadempienti, escludendola da un ulteriore inasprimento fiscale. Un’azione di risanamento che lo stesso ministro Fazio ci ha pubblicamente riconosciuto. In virtù degli obiettivi colti abbiamo proposto un programma operativo, con l’obiettivo di uscire, entro il 31 dicembre 2010, definitivamente dalla gestione commissariale. Questo significherà che potremo riconsiderare tutta la nostra politica fiscale a vantaggio dei cittadini e delle imprese abruzzesi”.