Abruzzo. La Regione deve consentire alle imprese beneficiarie di poter integrare la documentazione richiesta in un secondo momento, in particolare per quel che riguarda le garanzie fidejussorie delle banche. Oppure c’è il rischio che il bando “Lavorare in Abruzzo” sia vanificato.
A lanciare l’allarme è la Cna abruzzese, che chiede all’assessore regionale al Lavoro, Paolo Gatti, di varare un provvedimento che consenta alle 956 imprese abruzzesi che hanno risposto positivamente al bando con il sistema di accesso “a sportello”, usufruendo così dei diversi contributi previsti, di produrre la documentazione richiesta anche in più momenti, onde evitare la perdita del beneficio.
“Il problema”, afferma la Cna, ricordando l’interrogazione presentata in proposito nei giorni scorsi dal consigliere regionale Di Luca “riguarda soprattutto la polizza fidejussoria bancaria di 30 mesi richiesta alle aziende beneficiarie, e il cui schema – peraltro – è stato reso noto pochissimi giorni fa. Secondo il bando, tutta la documentazione deve essere prodotta entro 15 giorni dal ricevimento delle comunicazione da parte della Regione, ma questo limite rigido stride clamorosamente con i tempi tecnici richiesti per la loro produzione delle polizze da parte degli istituti bancari. Insomma, la burocrazia ancora una volta rischia di vanificare un buon provvedimento”.
A detta della Cna, che pure giudica giusto il principio, onde evitare che i fondi vengano usati in maniera difforme da quanto previsto dalla legge, decine di aziende “ci segnalano in questi giorni la difficoltà enormi di ottenere dagli istituti bancari, nel tempo rigido indicato, la polizza richiesta: con il risultato che quelle stesse imprese, che hanno fatto affidamento proprio su quei fondi per dare ossigeno alle proprie attività, rischiano di vedersi tagliare fuori”. Da qui, la richiesta della Cna a Gatti di consentire la produzione di questa sola parte della documentazione in un momento successivo.