Secondo i consiglieri regionali del Pd con queste delibere Chiodi riaccredita, dopo che erano state sospese, alcune strutture di Villa Pini assegnando alle stesse un budget di spesa, il tutto in una maniera che potrebbe essere illegittima. “Riteniamo che la procedura potrebbe non essere corretta perché il presupposto originario per la sospensione degli accreditamenti non è stato ancora oggi superato”, dicono D’Amico e Ruffini, spiegando che la decisione presa da Chiodi non risponde alla L.R. 32/2007 in materia di accreditamenti che stabilisce (art.7 comma 5 lettera c) che la sospensione avvenga in caso di “mancata applicazione del CCNL di categoria ai lavoratori”, ovvero per mancato pagamento degli stipendi. Presupposto quest’ultimo che era stato la causa della sospensione degli accreditamenti e che ancora oggi persiste non essendo stato superato. Il Commissario Chiodi ha interpretato male la natura della sua decisione, per cui crediamo non ne ricorrano i presupposti”. Una decisione quella del Commissario alla sanità e Presidente della Regione che secondo D’Amico e Ruffini e risponde “solo alle esigenze e alle richieste della curatela fallimentare per poter esercitare il suo obbligo di legge nell’esercizio provvisorio, e che non obbliga il curatore stesso a riassumere tutto il personale dipendente di Villa Pini. “La nostra preoccupazione è che i dipendenti non vengano riassorbiti e che i pazienti di conseguenza non potranno usufruire delle prestazioni. In questo scenario di confusione, le uniche certezze sono che i lavoratori di Villa Pini sono sempre più soli e abbandonati a se stessi, mentre chi li Governa è incapace di prendere decisioni risolutive per questa vicenda”, dicono i consiglieri regionali.