L’Aquila. “Il regolamento per la gestione faunistico-venatoria degli ungulati è la norma adottata dalla Regione Abruzzo per favorire il giusto rapporto delle specie non protette rispetto alle capacità trofiche del territorio come viene disposto dalla normativa italiana ed europea”.
Questa la risposta del Presidente della Commissione agricoltura, Lorenzo Berardinetti, in merito alle dichiarazioni dell’ex consigliere regionale Maurizio Acerbo sulla modifica del regolamento sugli ungulati.
“Sono veramente sorpreso – ha continuato Berardinetti – da coloro che utilizzano i mezzi di comunicazione per distorcere gli obiettivi contenuti alle modifiche, che ho proposto, al suddetto regolamento, ovvero salvaguardare e tutelare le specie protette. Ci tengo a mettere in evidenza che la Regione Abruzzo non ha aperto o autorizzato nessuna caccia a caprioli o cervi ma ha semplicemente recepito, attraverso il regolamento, le modalità di censimento degli stessi predisposti dall’Ispra cioè dal Ministero dell’Ambiente”.
Secondo Berardinetti: “la Regione vuole solo rilevare il numero di caprioli e cervi, sapere, con precisione in quali territori insistono, in che rapporto sono rispetto alle altre specie come il cinghiale che, ormai, rappresenta per le specie protette (orso, lince, lupo, camoscio) ma anche per l’agricoltura e la silvicultura, un enorme problema rispettivamente di sopravvivenza, ambientale ed economico.
I dati, ciclicamente rilevati, verranno inviati e interpretati dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, cioè la più prestigiosa autorità italiana in materia. I cittadini abruzzesi possono stare tranquilli: le azioni poste in essere dalla Regione Abruzzo in questo campo sono e saranno sempre conseguenti di metodologie scientifiche, preventivamente autorizzate dalle strutture del ministero dell’Ambiente, applicate già da anni in tutta Europa dove i territori e le specie vengono gestite e non abbandonate e se stesse.
Le accuse mosse, dal professionista consapevole della distorsione della verità ai soli fini propagandistici, di provvedimenti assunti alla chetichella e a fini clientelari vanno rispedite con forza al mittente.
Queste modifiche sono state approvate – ha concluso il Consigliere regionale – dopo diverse sedute della Commissione agricoltura dove, in audizione, sono state ascoltate e recepite le richieste del mondo agricolo, venatorio e ambientale”.
Animalisti Italiani contro l’intero Consiglio Regionale: ‘Riprende la mattanza di cervi e caprioli in Abruzzo’
Dopo i censimenti, le autorizzazioni, riparte in Abruzzo la caccia anche a cervi e caprioli, bloccata in Consiglio Regionale dall’opposizione di Walter Caporale, per dieci anni Consigliere Regionale dei Verdi e attualmente Presidente degli Animalisti Italiani -www.animalisti.it- e Maurizio Acerbo, ex Consigliere Regionale di Rifondazione Comunista. Non c’è pace tra gli ulivi, anzi, tra i Parchi e persino le Aree protette dell’Abruzzo: il 9 settembre infatti è stato pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione il Decreto firmato dal Presidente D’Alfonso che autorizza la caccia di cervi e caprioli.
“Scelta scriteriata di una Regione che continua a definirsi Verde, che beneficia dei Fondi Europei per i progetti di protezione e tutela ambientale (LIFE)” – dichiara Walter Caporale – “e che invece ha votato all’unanimità la mattanza di cervi e caprioli, MoVimento 5 Stelle incluso. Proprio il M5S, che in campagna elettorale aveva fatto promesse ben precise in materia di Natura e Ambiente, chiedendo il voto alle Associazioni di settore, e che ora -forse anche per meno di un piatto di lenticchie- si è venduto alle logiche del clientelismo e di potere.
La mattanza di cervi e caprioli avverrà, nel silenzio assordante del Governatore D’Alfonso, anche nelle aree contigue all’orso: la qual cosa prepara un immediato avvio delle procedure di infrazione da parte dell’Unione Europea e dunque di possibili multe a carico dei cittadini abruzzesi (non pagano di certo, i politici, per i loro errori!)”.
Nelle precedenti Legislature il tentativo di carneficina ai danni di questi ungulati era stato bloccato per 10 anni dall’ostruzionismo, dall’opposizione, dalle denunce, dalle diffide e dal lavoro di Walter Caporale, allora Consigliere Regionale dei Verdi per dieci anni e di Maurizio Acerbo, allora tra le fila di Rifondazione Comunista.
Adesso: stagione nuova, problemi vecchi. Era l’aprile dell’anno scorso quando il Presidente Walter Caporale dichiarava: “L’assessore regionale abruzzese alla Caccia – Mauro Febbo, il Consigliere regionale di centro-destra, amico dei cacciatori, che ha presentato la vergognosa proposta, insieme al collega Sospiri – vuole far passare la mia come una battaglia ideologica, da animalista, da estremista che non conosce altre ragioni se non quelle di immolarsi per la salvezza degli animali. La mia invece è innanzitutto una battaglia di civiltà e di rispetto delle regole, dove si continuano ad approvare Leggi che non sono altro che marchette elettorali”.
Va precisato inoltre che il periodo della caccia al cervo verrebbe in gran parte a sovrapporsi con quello cosiddetto della “iperfagia”, quello cioè in cui gli orsi devono nutrirsi abbondantemente per prepararsi ai mesi invernali. Ne conseguirebbe un totale squilibrio dell’habitat in cui anche gli orsi verrebbero spaventati dai colpi di una caccia becera e senza regole, per non parlare degli incidenti che si potrebbero verificare nei parchi, che grazie a decreti firmati con il sangue somigliano sempre più a trincee di guerra che ad aree protette”.