Il nuovo Piano triennale di sviluppo turistico 2010-2012, per la prima volta, si avvarrà di un master plan, lo strumento operativo che consentirà di connettere la visione strategica del Piano con la progettualità regionale e locale e tutti i relativi canali di finanziamento.
Le linee di indirizzo, oltre duecento pagine, sono state illustrate questa mattina dall’Assessore regionale al Turismo, Mauro Di Dalmazio, al Forum permanente del turismo, prima dell’approvazione in Giunta, fissata per la prima settimana di aprile.
Nel corso dell’incontro con gli operatori, l’Assessore ha messo in evidenza “luci ed ombre” di un sistema turistico che, se all’esterno appare ben connotato, dall’altra parte non riesce a cogliere alcuni fondamentali obiettivi, come superare la quota storica di presenza straniera e muoversi in una logica di governance.
“Quello che ci interessa” ha detto l’assessore “è dare concretezza alla nostra visione strategica, laddove nel passato l’assenza di strumenti di raccordo tra le norme, i vari livelli istituzionali e le varie fonti di finanziamento ha reso difficoltosa la progettualità”.
Il nuovo Piano si pone, tra gli obiettivi, quello di riformare la legge di settore, avviare i sistemi turistici locali, rafforzare le competenze dell’Aptr, riorganizzare gli Iat. Punta, inoltre, a dare “valore scientifico ed innovativo” alle misure di intervento, grazie all’avvio di collaborazioni con le università e i centri studi e dell’Osservatorio turistico regionale, “che non può essere soltanto un centro di elaborazione dati ma deve anche diventare un luogo di reale proposta”.
Altro punto di forza del documento è il ricorso alle tecnologie e la revisione del portale “Abruzzoturismo”, ma anche la formazione dei decision maker, con la costituzione di un polo formativo di eccellenza per il management turistico.
“Dobbiamo una visione unitaria del prodotto Abruzzo” ha proseguito Di Dalmazio “in cui le Province sono gli agenti in una logica pubblico privata che deve informare tutte le attività connesse allo sviluppo turistico”.
L’assessore al Turismo si è poi soffermato sull’analisi dei flussi turistici nell’ultimo periodo. “E’ stata preannunciata una perdita del nostro mercato turistico, per effetto dell’evento sismico, che, fortunatamente, non c’è stata nei termini pronosticati. Anzi, se si considera che la congiuntura internazionale negativa ha fatto perdere al sistema Italia il 5 % delle presenze, il -13% abruzzese va letto come conseguenza della ridotta capacità ricettiva per garantire agli amici aquilani la doverosa ospitalità e, più in generale, come conseguenza di una ridotta attrattiva”.
La negatività, comunque contenuta del dato, se esaminata dentro una quadro di gravi difficoltà interne ed esterne, “testimonia invece una indubbia capacità di tenuta del settore e, questo grazie agli operatori che hanno saputo fidelizzare la clientela e grazie ad una comunicazione calibrata sul marchio Abruzzo, in collaborazione con il Governo. Ora però dobbiamo guardare avanti. Noi abbiamo voglia di scommettere sulla nostra regione, nonostante le tante difficoltà“.
La parte analitica del Piano, dedicata all’andamento dei mercati italiani e stranieri, ha fatto emergere la necessità di aumentare il grado di internazionalità, di destagionalizzare, di incrementare l’offerta e la competitività delle aree interne, di diversificare il portafoglio dei prodotti maturi.
“Dai dati emerge che il turismo abruzzese rischia di diventare sempre più di prossimità” ha spiegato l’Assessore “e la storicizzazione della quota straniera conferma che va assolutamente ritirata la politica di marketing, con una promozione meno generica e più orientata alla vendita”.
Secondo le stime dell’Assessorato, mentre cede il passo il tradizionale turismo tedesco, svizzero e austriaco cresce invece quello dell’area Benelux (in particolare l’Olanda), della Repubblica Ceca, del Regno unito e della Francia. Nei cosiddetti mercati secondari, rallenta il turismo americano e cresce invece il turismo del blocco dell’Est (Romania e Polonia), il blocco Scandinavo (Svezia, Danimarca, Norvegia) a cui si aggiungono in crescita il Canada e la Spagna.
Per quanto riguarda i mercati italiani cresce la presenza del Lazio, della Campania, della Puglia e d’Emilia Romagna, mentre i flussi dalla Lombardia e dal Piemonte rallentano pur se fanno registrare una crescita positiva.
Nuovo interesse per l’Abruzzo viene dalle regioni Umbria e Basilicata e aumenta l’offerta extralberghiera, anche rispetto al dato nazionale, mentre la permanenza si conferma di cinque notti.
L’andamento dell’offerta turistica è stabile sulla costa, sostenuta nell’entroterra, stabile ma difforme nelle città capoluogo.