Pescara. Oggi 20 marzo 2010, una data importante per il Partito Democratico in tutta Italia. Mentre a Roma si manifesta contra la privatizzazione dell’acqua, il PD d’Abruzzo in collaborazione con tutti i circoli Pd e con gli Ecologisti Democratici, ha presentato alle 11.00, nella sala Berlinguer in via Lungaterno, una conferenza stampa per promuovere e promulgare l’Idea di un Abruzzo verde e particolarmente attento all’ambiente, ribadendo conseguentemente il netto NO contro l’installazione del nucleare.
Tra i presenti Silvio Paolucci, Segretario del PD Abruzzo, Franco Caramanico, Consigliere regionale del PD, Marinella Sclocco, Consigliera regionale del PD, Pierino Di Pietro, Resp. Ambiente PD Abruzzo e Nicola Pisegna degli Ecologisti Democratici.
Il piano proposto è intenzionato a proiettare l’Abruzzo nella green economy, ossia l’economia del verde, investendo su fonti che utilizzerebbero risorse energetiche prodotte dalla Terra e quindi rinnovabili: il sole, il vento, le biomasse. Coinvolgendo nel progetto enti locali, università e imprese si potrebbe accrescere l’occupazione rafforzando l’economia della nostra Regione.
“La nostra è una regione – secondo il segretario del PD, Paolucci – che non può essere accantonata e lasciata regredire. Un ritorno al nucleare non è ammissibile, se si pensa che in Paesi come gli Stati Uniti d’America l’ultima centrale nucleare risale al 1976. L’Abruzzo deve puntare sul piano energetico varato dalla precedente giunta regionale, intervenendo in primis sul blocco del nucleare.”
In tempi brevi sarebbe prevista l’installazione da parte del Governo di 10 impianti nucleari sul territorio italiano, al momento si parla di un nucleare di III generazione, ma a detta di Franco Caramanico, consigliere regionale del PD, ciò non farebbe altro che aumentare il regime di infrazione in cui già versa il nostro Paese, portando per giunta al mancato rispetto delle norme stabilite dal Protocollo di Kyoto per il 2020, condannandoci così al pagamento di ulteriori 16 mln di euro.
“L’installazione di una singola centrale prevede un costo di 5 miliardi di euro e tempi di ammortamento che variano fino a 40 anni, un danno ingente all’economia del Paese” dice Nicola Pisegna, rappresentante degli Ecologisti Democratici.
Proposta anche una soluzione mediana, in attesa dell’Abruzzo verde. Si potrebbe momentaneamente puntare su un nucleare sicuro come l’energia prodotta dal cloruro di ferro, un elemento esistente in natura che produce scorie non radioattive. Il brevetto è del dottor Fabio Cardone, nostro ricercatore abruzzese del CNR. Il PD si domanda: “Perché lasciare inutilizzato un brevetto di proprietà dello stato ed investire su una forma meno sicura e più dispendiosa?”.
Monica Coletti