Nel vortice del G8 “più caro della storia” come lo definiscono i giornalisti de L’Espresso, è finito anche Chiodi, visto che nell’inchiesta si associa il ruolo professionale e politico del Presidente della Regione, sindaco supplente della Pedicone Holding, proprietaria del 64% della Las Mobili, azienda di Tortoreto che si è assicurata una fornitura di arredi da 300mila euro. “ Si fa una grande confusione” dice Chiodi, “ e si vuole per forza far adombrare il sospetto del malaffare. Essere sindaco supplente di un’azienda non equivale a dire di avere delle partecipazioni nella società stessa. Sono stanco di questi continui accostamenti, anche perché non ho nulla da nascondere. Ci troviamo di fronte all’ennesimo tentativo di alzare un polverone mediatico, che è frutto anche dell’imminente scadenza delle elezioni regionali. Sono stufo: qui abbiamo bisogno solo di lavorare con serenità”.
Le reazioni del Partito Democratico. “Il presidente-commissario Chiodi mette ancora le mani avanti sulla ricostruzione: noi siamo garantisti anche in questa vicenda, ma Chiodi può scegliere la strada della trasparenza, della partecipazione e della rapidità per il più grande cantiere d’Europa”. Lo affermano Silvio Paolucci, segretario regionale del Pd abruzzese e Michele Fina, segretario del Pd della provincia de L’Aquila, in merito alle dichiarazionirilasciate dal presidente della Regione Abruzzo sulle notizie riportate da “L’espresso”.
“Qui non si tratta di dare un giudizio sull’onestà personale del presidente” affermano Paolucci e Fina, “peraltro l’impostazione del PD su tutte le vicende giudiziarie è legata al massimo garantismo possibile. Ma proprio perché la sua elezione a governatore è legata ad una stagione politica avvelenata e soprattutto perché commissario per la ricostruzione, deve dirci come intende fare perché ogni centesimo utilizzato per ricostruire L’Aquila, il più grande cantiere d’Europa, venga speso all’insegna della trasparenza, della legalità, della partecipazione e con tempi accettabili. La politica, senza farsi surrogare da altre istituzioni, è in grado di dotarsi di strumenti di controllo, come un osservatorio efficiente, in grado di garantire tutti, a partire dai cittadini: basta volerlo”.
Costantini attacca Chiodi. “Chiodi è il Presidente della Regione e, se avesse voluto, avrebbe potuto imporre al Governo nazionale ed a tutto il sistema della Protezione Civile trasparenza, partecipazione e controlli in tutti i processi di gestione del denaro pubblico destinato a L’Aquila”. A sostenerlo Carlo Costantini, capogruppo al consiglio regionale dell’IdV.
“Chiodi ha, invece, preferito schierarsi – ha aggiunto Costantini – con i potenti oggi messi a nudo dalle inchieste giudiziarie, con chi ha voluto secretare per mesi le modalità di gestione delle risorse pubbliche destinate a L’Aquila, impedendo in prima persona che in Abruzzo nascesse anche una sola tra le innumerevoli iniziative per la partecipazione e la trasparenza (commissioni consiliari – ricostruzioni on line etc.) proposte dai Comitati cittadini, dall’Italia dei Valori, da altre forze di opposizione ed in moltissimi casi anche dagli stessi organi di informazione, che sin dal primo giorno hanno riscontrato e lamentato la mancanza o comunque la parzialità delle informazioni relative alla attività della Protezione Civile. Ora, se dal torbido che si è generato a L’Aquila anche grazie al suo contributo autorevole di Presidente della Regione, cominciano ad emergere affidamenti ed appalti a Ditte clienti del suo studio professionale, Chiodi non può prendersela con la politica triviale, ma solo con se stesso”.