“Presso la Direzione per la Salvaguardia Ambientale del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del mare e del Territorio e presso la Direzione Generale della Pesca Marittima e dell’Acquacoltura del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali” scrive Caporale “sono all’esame diverse istanze avanzate da società perlopiù straniere per richiedere la concessione di estrazione e lavorazione a largo della costa abruzzese di idrocarburi. Lo scorso 3 febbraio, inoltre, è scaduto il termine per inviare a questi stessi uffici le osservazioni tecniche per l’istanza di Concessione avanzata dalla Mediterranean Oil & Gas, denominata Ombrina Mare”.
Come ricorda il capogruppo dei Verdi, il progetto Ombrina mare prevede l’installazione di 6 trivelle a Largo di Ortona.
“Le attività di installazione, perforazione e trattamento sono coadiuvate dalla presenza a largo della nostra costa di uno scavo denominato FSPO (Floating Production Storage Offloading), un Sistema Galleggiante di Produzione, Stoccaggio e Trasbordo. Oltre ad avere un forte impatto visivo, lo scavo presenta tutte le caratteristiche di un vero e proprio impianto di desolforizzazione, che comporta un inquinamento dell’atmosfera altissimo”.
Dal progetto di Ombrina mare, infatti, emerge che un FPSO scarica circa 1128kg di fumi inquinanti al giorno e l’istanza di concessione è per 24 anni.
“Gli FPSO comportano importanti rilasci di inquinanti anche a mare soprattutto piombo, zinco, alluminio con conseguenti danni alla fauna ittica, alla salute dell’uomo ed alle attività di pesca”.
Detto questo, Walter Caporale chiama in ballo il presidente della giunta regionale e gli assessori competenti, chiedendo loro se sono a conoscenza di questo progetto, se la Regione Abruzzo ha provveduto ad inviare le Osservazioni per questa istanza di estrazione, quali atti legislativi intende portare avanti per impedire la realizzazione di questo progetto e per scoraggiare future richieste di estrazione a largo della Costa Abruzzese.
Marina Serra