“ Il dovere della Regione e della Provincia”, spiega Acerbo, “ dovrebbe essere quello di cercare di ridurre al minimo l’impatto dei tagli imposti della pseudo-riforma “ Gelmini-Tremonti”, e individuare risorse aggiuntive come per esempio ha fatto la Regione Puglia. Un´autentica riforma necessiterebbe non di tagli ma di investimenti e di tempo per l´ascolto e il confronto. Deve essere ben chiaro che la parola “riordino” è quanto mai inappropriata per descrivere gli obiettivi che il governo cerca di imporre a Regioni e Province. In questo quadro la Provincia di Pescara ha cercato di porre riparo alla maniera furtiva e inaccettabile con cui aveva approvato un piano di riordino che non aveva discusso né con gli enti locali né con il mondo della scuola. Rifondazione Comunista ribadisce la richiesta al presidente Testa della sospensione del provvedimento perché non è sufficiente una correzione estemporanea e raffazzonata”. L’appello lanciato ai vertici dell’amministrazione provinciale, nasce dall’accelerazione imposta dall’assessore regionale Paolo Gatti, che ha fissato nel consiglio regionale del prossimo 8 febbraio, la discussione sul piano di riordino delle scuole. “Esprimo la più netta critica alla maniera con cui l´assessore regionale ha approcciato una questione così delicata” prosegue Acerbo, “ senza il minimo coinvolgimento del Consiglio Regionale. Ho la sensazione che l´assessore regionale voglia recitare sui piani di riordino, come già sull´apprendistato, la parte del primo della classe nei confronti del governo. Un eccesso di zelo che rischia di essere pagato dalle scuole abruzzesi. Invito quindi l´assessore a consentire alle Province un ulteriore fase di approfondimento senza imporre scadenze inaccettabili, mentre chiedo alla Presidente della V Commissione ,Nicoletta Verì, di convocare l´assessore per un´audizione sulla questione dei piani di riordino”.