“L’Abruzzo come provincia dell’Albania”. La butta sul sarcasmo il consigliere regionale di Forza Italia, Mauro Febbo, quando criticando la “pompa magna” con la quale il Governatore d’Abruzzo Luciano D’Alfonso ha accolto la proposta del Premier albanese Edi Rama di investire nel suo paese.
“Finalmente abbiamo capito a caso serve la Macroregione Adriatica-Ionica”, ha detto il presidente della Commissione vigilanza, “e come faremo ad avere 100mila posti di lavoro in più in questo quinquennio: andando ad aprire aziende in Albania dove i nostri giovani troveranno occupazione poiché facilmente raggiungibile in aereo visto che dall’aeroporto d’Abruzzo finalmente sarà attivato il volo per Tirana”.
Nella sua visita ufficiale in Abruzzo, infatti, Rama ha invitato gli imprenditori abruzzesi ad investire nel suo paese, vista la facilità, l’economicità e la rapidità con le quali è possibile avviare lì un’azienda.
“Ma veramente”, si chiede Febbo, “l’Abruzzo ha bisogno di queste proposte? Questo è il percorso che l’attuale Governo Regionale vuol veramente seguire per dare uno slancio alla nostra economia regionale? Ma non dovremmo rivolgerci a mercati diversi è più ricchi dove poter vendere le eccellenze Made in Abruzzo? In Albania, dove lo stipendio base è meno di 200 euro mensili, riusciremmo a vendere una bottiglia di Montepulciano o di Olio extra vergine (che qualcuno propone di vendere a 12euro con l’etichetta del Parco della Costa Teatina), una bustina di zafferano o un pezzo di tartufo ad un prezzo competitivo?”.
Per Febbo sarebbe meglio volgere lo sguardo verso altri paesi, tipo la Germania, gli Stati Uniti, il Canada, il Giappone, con tutt’altro genere di economia, favortendo le aziende locali e sostenendole e sapendo offrire il territorio abruzzese ad investitori che potrebbero realmente far crescere l’economia regionale.
“Cerchiamo” ha concluso Febbo “di definire in maniera positiva e urgente la nuova programmazione UE 2014/2020, uniche risorse vere e certe. Spero che il Presidente D’Alfonso possa riflettere con più serenità e concentrazione sulla utilità e vocazione della Macroregione Adriatica-Ionica”.