Dopo un anno di indagini, sembrerebbe essere giunti, dunque, alla disfatta della Procura di Pescara. Secondo quanto emerso, infatti, pare che quest’ultima si sia avvalsa per due volte della facoltà di chiedere una proroga delle indagini. Dai documenti, inoltre, appare che quest’anno sia stato speso in una serie di rogatorie, circa cento per la precisione, alla ricerca di conti esteri e società off-shore che, però, non sarebbero mai state individuati. Unico appiglio dell’accusa, dunque, le dichiarazioni di Vincenzo Angelini.
Nel frattempo, piombano, però, alcune sorprese tra le carte del processo. Lo scorso ottobre, infatti, sarebbero state pubblicate delle informative realizzate dagli organi investigativi. Secondo questi documenti, la Procura di Pescara avrebbe chiesto il rinvio a giudizio degli imputati per reati gravi come l’associazione a delinquere e la concussione. In quel frangente, ha anche dovuto depositare gli atti che erano stati intanto acquisiti. E, proprio tra essi, sono emersi tre rapporti dei carabinieri, guardia di finanza e Banca d’Italia. Con uno di questi, si legge, veniva chiesto l’arresto di Angelini e di sua moglie, mentre, per quanto riguarda la giunta Del Turco, si dimostrava proprio l’esatto opposto di quanto detto finora.
I documenti, infatti, sosterrebbero che l’ex presidente regionale non avrebbe favorito le cliniche private, ma, al contrario, esclusivamente avviato un drastico taglio a tutte le richieste illegittime effettuate da Vincenzo Angelini. Il rapporto in questione documenterebbe, inoltre, alcune truffe consumate all’interno delle cliniche di Angelini proprio ai danni della Regione Abruzzo. Talmente gravi da spingere i carabinieri a consigliare l’arresto del patron di Villa Pini. Era il 16 giugno 2008, circa un mese prima dell’arresto che, sì, è effettivamente avvenuto, ma a danno di Del Turco e dei suoi collaboratori.
Per quanto riguarda, invece, i rapporti di guardia di finanza e Banca d’Italia, sembrerebbe che fossero state segnalate alcune movimentazioni di denaro “sospette” all’estero, come quella grazie alla quale sempre Angelini avrebbe reperito circa 3 milioni di euro per gli stipendi dei suoi dipendenti.
Informata dell’accaduto, la Procura di Pescara ha commentato la notizia apparsa sui quotidiani sostenendo si tratti soltanto di una “tesi difensiva”. Secondo il procuratore capo, Nicola Trifuoggi, il rapporto citato dalla stampa sarebbe, infatti, già noto alla Procura che ne avrebbe, pertanto, valutato i contenuti.
Daniele Capezzone (Pdl), ormai certo della riabilitazione politica di Del Turco, ha dichiarato: “A questo punto chi gli restituirà quello che gli è stato oggettivamente tolto in questi diciotto mesi? È la conferma della vilta’ politica, e anche umana, di una sinistra che solo ora osa balbettare qualcosa, ma per lunghi mesi ha taciuto, fingendo di non vedere, di non sentire e di non capire, e di fatto ha alimentato la logica del tritacarne giustizialista”.
Dall’altra parte il PD rivendica l’avvio al risanamento del sistema sanitario abruzzese e bacchetta il centrodestra che sulle disavventure giudiziarie della Giunta Del Turco ha impostato la campagna elettorale delle ultime regionali (caratterizzate da una netta affermazione del candidato centrodestra Gianni Chiodi).
Tania Di Simone