Si da il via alla stagione estiva, almeno qui in Abruzzo: sole, mare cristallino, spiaggia bianca e pulita (tranne che in inverno…), uno splendido paesaggio che unisce costa e collina, località piacevoli e non ancora aggredite dalla massa dei bagnanti, come spesso succede altrove. E se la vista viene pienamente appagata con un mix unico di scorci incantevoli e ambiente incontaminato, anche il senso del gusto riceve le giuste gratificazioni grazie alle tradizioni enogastronomiche e proposte innovative capaci di conciliare tradizione ed evoluzione.
L’Abruzzo, com’è stato più volte sottolineato, punta tutto sul turismo, un po’ come il Sud Italia.
La Confesercenti sul tema è chiarissima: “il nostro petrolio si chiama turismo sostenibile”.
Si sa, in Italia il turismo fa da volano all’economia del Paese: peccato che in una settimana, nell’estate 2013 sono partiti dalla Germania 223 voli per le Baleari e 17 per l’Italia meridionale, in Italia non abbiamo di fatto un Ministro del Turismo capace di agire concretamente nel settore e l’Enit – Agenzia Nazionale del Turismo – colleziona scandali.
Che l’Italia sia una concentrazione di bellezze paesaggistiche ed artistiche – e che l’Abruzzo sia una sua perla da proteggere – è un dato di fatto.
Che il solo turismo allo stato attuale, non possa essere un volano per l’economia è una certezza.
Mentre si bocciano tutti i progetti industriali capaci di dare ossigeno all’economia italiana ed abruzzese, qualche giorno fa è arrivata la comunicazione ufficiale della nuova distribuzione delle bandiere blu. Ci si aspetta il grande boom dell’Abruzzo, votata al turismo.
La mia deduzione è sbagliata perché la Regione Abruzzo ha perso 4 delle sue 14 bandiere blu. Quest’anno, infatti, sono solo 10 le spiagge abruzzesi premiate per la pulizia delle acque e per l’adeguatezza delle infrastrutture. Le spiagge confermate sono Tortoreto, Roseto degli Abruzzi-Lungomare Centrale Marrarosa, Pineto-Torre Cerrano, Silvi-Lungomare centrale, Francavilla al Mare-Lido Asterope, San Vito Chietino, Rocca San Giovanni-Cavalluccio, Fossacesia, Vasto-Punta Penna, Vignola San Nicola, San Salvo-Marina zona Fossa Molino. Escono Giulianova, Martinsicuro e Alba Adriatica (Teramo), Ortona (Chieti).
Come ben sapete, la bandiera blu è un riconoscimento che viene assegnato ogni anno alle spiagge e agli approdi portuali più puliti e incontaminati. Il primo parametro considerato è la pulizia delle acque. Solo se si passa il primo test, si prendono in considerazione la qualità e quantità di servizi offerti ai turisti.
La responsabilità, in questo caso, è stata attribuita alle foci dei fiumi, che scaricano sostanze inquinanti nel mare. I fiumi raccolgono tutto il peggio delle attività agricole e industriali meno controllate. In fondo, chi si preoccupa di guardare se un’azienda svuota qualche cisterna di liquami in un fosso, se si utilizzano fosfati in quantità non a norma di legge (che poi penetrano nelle falde acquifere e da lì ai fiumi), o se un’industria sversa residui nelle fogne invece di trattarli a norma di legge? Spesso, purtroppo, nessuno se ne preoccupa. E nessuno protesta.
Inoltre, come è stato segnalato ormai da più parti, in Abruzzo c’è un grave problema di infrastrutture non funzionanti, come depuratori e discariche.
Ma allora non posso fare a meno di chiedermi, perché i sindaci e gli amministratori si stracciano le vesti contro gli idrocarburi per fare i paladini dell’ambiente sotto elezioni – pur sapendo che quella del petrolio è un’industria ipercontrollata, nella quale dopo il minimo problema si viene identificati e puniti, oltre che additati come inquinatori – e poi non fanno niente per proteggere l’ambiente da chi lo deturpa davvero? Cosa hanno fatto in quest’ultimo anno i sindaci per tenere pulito il mare? Forse erano troppo impegnati a fare gli striscioni per le manifestazioni no-triv?
Dalle nostre parti i panni sporchi non si lavano nemmeno più in casa. Si preferisce non lavarli affatto.
Diego Vitali blogger goccediverita.it