Teramo. Da quando sono stato messo ai domiciliari avrei voluto intervenire con costanza sui tanti dibattiti politici di questi giorni, ma la politica va fatta, a mio avviso, per strada e non sulla rete.
Purtroppo in piazza non ci posso stare, per ragioni a tutti note, e pertanto vorrei intervenire sul tema del vecchio stadio comunale, e non solo,con questa riflessione.
Ultimamente và molto di moda la parola “democrazia partecipativa”e addirittura il nostro amato sindaco si è autocelebrato invitando la popolazione a confrontarsi sulle scelte strategiche della città. Che bello!
Mentre si apriva a forme democratiche di discussione lo stesso dimenticava però ciò di cui era stato protagonista alcuni anni fà e io ascoltandolo restavo sconcertato.
Cosa avrà spinto l’unico sindaco d’Italia ricordato per aver negato a 5000 cittadini di esprimersi la sulla destinazione di un bene pubblico, cambiando addirittura il regolamento comunale che disciplina lo strumento del referendum rendendolo privo della sua funzione, ad aprirsi in questo modo? Semplicissimo: le elezioni.
Ora voglio capire che il sindaco è in difficoltà e deve cercare direcuperare sulle tante magre figure fatte, ma cerchi almeno di avere un po’ di amor proprio.
Ho seguito con attenzione l’incontro che il sindaco ha organizzato alla sala San Carlo e quando ho visto le immagini del progetto sul glorioso comunale ho detto: questo non sa più cosa inventarsi.
Lo vuole capire si o no che il popolo è contrario all’abbattimento del luogo simbolo della centenaria storia calcistica cittadina? E poi, ancora va dietro al project financing? Ma non le entra proprio in mente che chi si interessa a questo tipo di finanza lo fa solo per i propri interessi.
Ora lei dirà, ma i soldi non ci sono! Lo sappiamo benissimo che i soldi non ci sono, ma perché far fare profitti ai soliti noti? Lavoriamo quindi sul pareggio tra entrate e uscite.
Allora caro sindaco ora le do un suggerimento sul comeriqualificare quell’impianto.
Il comunale nonostante voi l’abbiate lasciato all’incuria è sempre funzionale, ha bisogno solo di un restyling. La Teramo Calcio vuole l’impianto dell’Acquaviva per fare la cittadella del Teramo Calcio allora perché non concedergli il vecchio comunale, come anche proposto dagli ultras del Teramo? Basterebbe metterci l’erba sintetica, anche se io sono contrario, e si consegnano le chiavi al Presidente Campitelli, sempre se lui è favorevole. A costo zero per il comune si prenderebbero due piccioni con una fava.
Ora qualche sciacallo obbietterà e dirà che è un peccato non sfruttare una zona così al centro. A costoro rispondo che è ora di dire basta alla cementificazione. Di mega-parcheggi già ne abbiamo tre e sono spesso vuoti, lavoriamo per abbassare le tariffe e riempiamoli. Inoltre che idea è quella di farcidelle botteghe artigiane? Ma fatele alla Villeroy e Boch che è sfruttata per appena un terzo o, eventualmente, al mercato coperto anche se io preferirei venisse utilizzato come luogo destinato all’arte o musica.
Tornando all’utilizzo del comunale Le dirò di più. Se si togliessero le reti ai bordi del campo e venissero sostituite con altre ad altezza minima si potrebbe trasformarlo in estate in un teatro all’aperto. Si rovina l’erba? Non c’è problema. Posizionando uno strato di plastica, come quelli utilizzati per i concerti nei grandi stadi, si risolverebbe questo “spinoso” problema. A questo punto si posiziona un palco e si lascia l’utilizzo dello stesso alle tante organizzazioni culturali che ultimamente hanno dimostrato di avere competenze e idee.
Lo so che la faccio facile, ma deve pensare che spesso siete voi che la fate difficile, quindi accolga questo suggerimento prima che dei politici ad orologeria, che si ricordano di questa città a tre mesi dalle elezioni, scimmiottino questa idea.
Davide Rosci