Teramo. E’ doveroso da parte di chi ha sempre sostenuto la battaglia a difesa di un luogo storico dello sport e della collettività cittadina, quale il vecchio e glorioso Stadio Comunale di Teramo, partecipare alla discussione che si è aperta dopo la presentazione, da parte di questa amministrazione, del progetto di un presunto recupero di quell’area.
E’ doveroso esprimere il nostro pensiero riguardante il destino del Comunale, in linea con i principi manifestati in anni di lotte contro una classe politica sorda a qualsiasi forma di apertura al dialogo ed al confronto costruttivo con chi ha da sempre vissuto ed amato quel luogo, anteponendo interessi di bottega e beceri personalismi e che oggi, guarda caso quando si è prossimi alle elezioni, sfoggia con disinvoltura il proposito di accaparrarsi consensi attraverso la condivisione di scelte strategiche e la partecipazione della cittadinanza.
Quella stessa voglia di partecipazione di cui, evidentemente, qualche anno fa i nostri amministratori erano sprovvisti, visto che cestinarono volutamente 5000 firme raccolte, precludendo ogni strada all’espressione vera della volontà popolare tramite un referendum che non vide mai luce.
Tutti sappiamo come si concluse quella triste storia legata al progetto di abbattimento del Comunale al posto del nuovo teatro, difesa strenuamente dai “nostri” politicanti, sbugiardati poi dall’operato di una prefettura estranea alla vicenda, che fece finalmente emergere la reale portata dell’apparato speculativo celato dietro l’intervento.
Tutti abbiamo ben presente qual è stato il livello di attenzione dolosamente rivolto in questi cinque anni di amministrazione a quell’impianto: degrado, abbandono, mancanza della benché minima manutenzione, finanche ordinaria.
Nessun piano di recupero, nessuna opera di riqualificazione è stata mai presa in seria considerazione, anzi, al Comunale è stata sempre negata la possibilità, nell’immaginario di questi signori, di assumere il ruolo che, per valenza storica e culturale, ha sempre ricoperto egregiamente: quello di un impianto sportivo che, se rimesso a nuovo, diventerebbe il vero fiore all’occhiello del centro storico; si proporrebbe nuovamente come fulcro dell’attività sportiva in una città che, da sempre, ha fame di impianti e centri d’aggregazione; permetterebbe alla società che questa città storicamente rappresenta in ambito sportivo, la Teramo Calcio 1913, di tornare finalmente a casa, se non per la prima squadra, almeno per quanto riguarda le proprie fondamenta: settore giovanile, sede sociale e magari, perché no, spazi ricreativi a disposizione dei giovani ed un museo che raccolga cent’anni di gloriosa storia biancorossa.
Una vera e propria “cittadella” insomma, nel suo naturale proscenio, che la nostra giunta, guidata da un illuminato sindaco, vorrebbe invece spostare chissà dove, reinventando polverosi campetti di periferia in impianti che siano degni di questo nome, come se stendere un tappetino di erba finta sopra un pollaio in terra battuta, bastasse ad offuscare il fascino del Comunale o a spogliarlo del suo ruolo più logico e naturale.
Noi, che da sempre ci sentiamo in dovere di difendere questo spazio e quello che rappresenta, chiediamo che tutto ciò venga seriamente preso in considerazione, nell’immediato presente, come in un prossimo futuro, da chi di dovere e ribadiamo che non cederemo minimamente alla volontà mai sopita di questa classe politica di poter finalmente mettere mano su uno dei luoghi simbolo di questa città per il proprio spregevole tornaconto.
Noi rivendichiamo con forza, a fronte dei mille sacrifici fatti e dei risultati ottenuti, di essere considerati da qualsiasi personaggio, attore della vita sociale e politica di questa città e non, come parte in causa integrante a cui dover rendere conto in un qualsivoglia ed eventuale progetto, proposta, concorso di idee riguardante il futuro dello Stadio Comunale; un futuro che dovrà essere scritto, in primis, da chi ha vissuto quell’impianto nella vita reale e che conosce il suo vero valore e non da chi in quello stadio non ha mai messo piede e che, spinto esclusivamente dai propri interessi personali, propone o va farneticando soluzioni degne della propria ignoranza a riguardo.
Ultras Curva Est Teramo