FAI, Italia Nostra, LIPU, Mountain Wilderness, Pronatura, Touring Club Italiano e WWF Italia considerano grave l’ipotesi di una dichiarazione d’urgenza per la discussione della proposta di modifica della normativa di riferimento per l’istituzione e la gestione delle aree naturali protette nel nostro paese. La modifica della Legge quadro 394 , dopo oltre vent’anni dalla sua approvazione, non può prescindere da una seria valutazione sull’applicazione della normativa e sullo stato dei parchi e delle riserve naturali nel nostro paese.
Mountain Wilderness Abruzzo chiede a tutti gli eletti al Senato ed alla Camera abruzzesi di evitare che l’Italia vari una brutta legge sulle aree protette, che ci metterebbe ancora una volta in contrasto con le indicazioni dell’Unione Europea. Riteniamo che sarà necessario l’avvio di un ampio confronto con tutte le parti interessate sul rilancio del ruolo dei parchi e delle riserve naturali per garantire una efficace conservazione del patrimonio naturale del Paese.
“Negli ultimi anni stiamo assistendo ad un assassinio dei Parchi. Prima attraverso ingenti tagli ai bilanci ed ai trasferimenti, tanto da impedire agli Enti Parco di svolgere il proprio lavoro, poi lasciando la gran parte dei Parchi senza i vari organi di gestione, Presidenti, Consigli di Direzione e Comunità del Parco, impedendo di poter amministrare correttamente, ed ora attraverso una riforma sbagliata che stravolge le funzione dei parchi a vantaggio di categorie come cacciatori e speculatori – afferma Massimo Fraticelli consigliere nazionale di Mountain Wilderness Italia – C’è una evidente volontà di distruggere gli unici Enti che , pur con spese molto contenute, sapevano svolgere la propria funzione, che ovviamente dava e dà fastidio a quanti intendono speculare sulla conservazione. Il valore dei PARCHI risiede nella capacità che essi hanno di tutelare il proprio territorio e la biodiversità in esso contenuta, concetto ribadito in più occasioni dalla Corte Costituzionale per la quale la tutela dell’ambiente dovrebbe prevalere sempre su qualunque interesse economico privato”.
Non esiste in realtà nessuna valida motivazione che giustificherebbe la dichiarazione d’urgenza della modifica della Legge quadro, anche in considerazione delle recenti modifiche subite dalla normativa per la definizione della nuova composizione dei consigli direttivi del Parchi nazionali, a seguito di uno specifico Decreto del Presidente della Repubblica.
Mountain Wilderness e le maggiori Associazioni ambientaliste italiane non condividono le proposte di riforma della Legge 394/1991 presenti nel disegno di legge n.119 del Senatore D’Alì per almeno 4 motivi:
1. Si intende aprire le porte della gestione dei parchi a portatori di soli interessi economici , spesso in contrasto con la conservazione della biodiversità, che diverrebbero così controllori e controllati.
2. Si vorrebbe introdurre l’attività venatoria nelle aree protette italiane. Si prevede di fatto un diretto coinvolgimento dei cacciatori nella gestione della fauna all’interno delle aree naturali protette. La normativa attuale già consente interventi da parte degli Enti Parco per la gestione dei problemi che alcune specie, essenzialmente il cinghiale, possono determinare se presenti in sovrannumero. La riforma prevista rischia di aprire le porte alla caccia nei parchi per interessi lontani dalla conservazione della biodiversità nel nostro paese.
3. Manca inoltre, come indispensabile premessa ad ogni ipotesi di riforma della Legge attuale, una seria analisi dei problemi nella gestione dei parchi in relazione al ruolo centrale che dovrebbero svolgere per la tutela della natura.
4. Introduzione di possibili meccanismi di finanziamento, attraverso royalty, che rischiano di determinare pesanti condizionamenti nella gestione delle risorse naturali dei territori protetti e nella gestione della fauna
Vale la pena riportare questo stralcio del DDl in discussione, che introduce le cosiddette royaltyes:
“I titolari di impianti di produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile, di potenza nominale superiore a 1 MW e AVENTI UN IMPATTO AMBIENTALE, presenti nel territorio dell’area protetta sono tenuti a versare annualmente all’ente di gestione dell’area protetta, in unica soluzione e a titolo di contributo alle spese per il RECUPERO ambientale e della naturalità, una somma il cui ammontare è definito da apposita convenzione stipulata con l’ente di gestione. Il presente comma si applica agli im-pianti che entrano in esercizio SUCCESSIVAMENTE ALLA DATA DI ENTRATA IN VIGORE DELLA PRESENTE DISPOSIZIONE.”
Impianti di grandi dimensioni e impattanti che oggi sarebbero logicamente vietati.
Continua Massimo Fraticelli “Si trasforma il concetto europeo del “Chi Inquina Paga “ nel più comodo “Chi Paga può Inquinare”
Per questi motivi mountain Wilderness Abruzzo intende coinvolgere e chiedere un chiaro pronunciamento su tali importanti temi per la Regione Abruzzo a tutti i parlamentari abruzzesi. Inoltre si annuncia un evento nazionale che si terrà in Abruzzo entro la prima settimana di novembre sul futuro dei Parchi Italiani. L’Abruzzo con i suoi tre parchi nazionali , l’istituendo Parco della Costa Teatina, le aree marine protette può divenire la regione guida nelle nuove politiche di conservazione italiane. E’ necessario una opportuna ed ampia riflessione prima di riavviare il processo di riforma della Legge quadro 394/91, nei tempi e modi opportuni, con l’avvio di un serio ed approfondito confronto sul futuro dei parchi e con il coinvolgimento di chi i Parchi li amministra, ci lavora e li vive pienamente. Il solo obiettivo da assicurare è una loro gestione più efficace per la conservazione del nostro patrimonio naturale.
Mountain Wilderness Abruzzo