Pescara. “Se qualcuno avesse ancora qualche dubbio sulla situazione della Sanità abruzzese, oggi viene smentito clamorosamente dagli ultimi dati diffusi e certificati dal Rapporto Crea Sanità. L’Abruzzo, rispetto all’anno scorso, inverte la sua marcia e peggiora la sua situazione conquistando la maglia nera”.
Questo il commento del Presidente della Commissione Vigilanza e consigliere regionale Mauro Febbo dopo aver letto il ranking 2017 dei Servizi sanitari regionali, curato dal Consorzio per la ricerca economica applicata in Sanità (Crea), che colloca l’Abruzzo nell’area critica, insieme a Calabria, Friuli Venezia Giulia, Puglia, e Molise.
“Secondo gli annunci fatti, sia dal Presidente D’Alfonso e sia dal suo assessore Paolucci, la riforma sanitaria da loro avviata avrebbe dovuto essere d’esempio per tutte le altre regioni italiane. Invece oggi ci troviamo a leggere una situazione ben diversa dove veniamo inseriti tra le Regioni peggiori d’Italia con alta percentuale di criticità dove l’Abruzzo è una new entry tra le ultime cinque regioni collocate nell’area critica.
Sono tre anni – commenta Febbo – che denunciamo le politiche sanitarie messe in capo da questo Governo Regionale. Non posso rallegrarmi di questo fallimento, che racconta di una sanità gestita male e programmata ancora peggio dove si è tornati, tra l’altro, ad utilizzare i soldi degli abruzzesi per la sanità privata e per i carrozzoni.
Siamo riusciti ad uscire dal Commissariamento solo grazie alle politiche messe in campo dal precedente Governo Chiodi e oggi, purtroppo, si rischia di buttare tutto all’aria facendo tornare lo spettro di Regione ‘canaglia’”. “È innegabile – spiega Febbo – che la nostra sanità è nel pieno caos totale.
I presidi ospedalieri sono ingolfati e non riescono più a rispondere alle esigenze degli utenti e alle cure dei pazienti, reparti tagliati senza un’alternativa precisa, ospedali chiusi senza iniziare la costruzione di nuovi, una medicina di presidio fatta di solo tagli lasciano ampi territori senza Guardie Mediche, il pasticcio creato ai Comuni abruzzesi per il sostegno ai costi a carico degli utenti relativi alle prestazioni socio-sanitarie, semiresidenziali e residenziale.
Mi fermo qui altrimenti la lista sarebbe troppo lunga e imbarazzante. Tutto questo conferma la nostra denuncia, ossia che questo Governo Regionale di centrosinistra non ha una politica sanitaria credibile, seria, efficiente e programmatoria dove manca completamente una visione strategica unitaria. Pertanto – conclude Febbo – ci attendiamo che questa maggioranza cominci a ragionare sui veri numeri e problemi della sanità abruzzese ammettendo i propri errori per iniziare a porvi rimedio in maniera concreta e tangibile”.
In sanità “i veri indicatori sono i Livelli essenziali di assistenza (Lea): sono quelli per i quali si esce dal commissariamento e si ottengono le premialità, quelli che riguardano gli obiettivi di salute e il cittadino”.
Lo afferma in una nota l’assessore regionale alla Sanità, Silvio Paolucci, in replica al Presidente della Commissione Vigilanza e consigliere regionale di Forza Italia, Mauro Febbo, in merito al ranking 2017 dei Servizi sanitari regionali, curato dal Consorzio per la ricerca economica applicata in Sanità (Crea), che colloca l’Abruzzo nell’area critica, insieme a Calabria, Friuli Venezia Giulia, Puglia, e Molise.
In particolare sui Lea, l’assessore Paolucci sottolinea che “da questo punto di vista l’amministrazione D’Alfonso ha raggiunto il massimo: intanto con la piena adempienza – 160 punti sulla griglia di valutazione – e poi con un punteggio ancora più alto di 182, che presenta ulteriori proiezioni di crescita poiché abbiamo investito sulla prevenzione, sulla residenzialità e sul territorio”.
E Paolucci aggiunge: “I risultati si toccano con mano: in tre anni di governo regionale, oltre ad aver centrato tutti gli obiettivi, con la conseguente fine del commissariamento, abbiamo ottenuto oltre 303 milioni di premialità e abbiamo annullato debiti per circa 290 milioni”.
“I dati che cita Febbo – spiega l’assessore regionale alla Sanità – appartengono ad altre finalità di studio; a noi sta a cuore il dato dei Lea, un dato che egli finge di ignorare dopo averci sfidato con pubbliche dichiarazioni su una nostra presunta incapacità a centrare gli obiettivi che ci eravamo prefissati. E invece abbiamo raggiunto un punteggio mai registrato prima d’ora in Abruzzo”.