Perché spendere 2,5 milioni per una società che a bilancio Cirsu vale zero?
“Chiariamo subito che noi non stiamo acquistando Sogesa. Se me lo si chiedesse direi anch’io che Sogesa nelle attuali condizioni ha un valore economico pari a zero. I due milioni e mezzo di euro sono per una transazione senza la quale vi sarebbe un rischio enorme, sia per i contenziosi in essere sia per gli esiti di contenziosi potenziali. In assenza di un accordo, e ipotizzando che le cause fatte partire possano essere a noi sfavorevoli, il rischio che si corre è il dissesto dal punto di vista finanziario per un intero territorio oltre che per Cirsu”.
Perché?
“I debiti accumulati dalle due società nel periodo precedente al nostro Cda vanno ben al di là dei loro crediti. Gran parte dei crediti di Sogesa sono nei confronti di Cirsu, e dunque di riflesso verso i comuni, per i servizi erogati in questi anni. Sebbene Cirsu ritenga che non tutti siano dovuti, la parte affidata alla determinazione di un collegio arbitrale, comunque, qualcuno dovrà pur pagarla. Alla fine se Cirsu non avrà abbastanza soldi il rischio reale è che a pagare saranno i comuni. Se non arriviamo ad una transazione, la discarica non verrà mai realizzata né da Sogesa né da Cirsu. A quel punto sarà la Regione a costruirla, cosa che ha già fatto capire. Se così sarà, dove si troveranno i soldi per ripianare i debiti?”
Perché farsi carico di 15 milioni di euro di debiti di Sogesa?
“Non sono 15. Sono circa 8,5 milioni di euro, e sono debiti che Sogesa ha accumulato in questi anni per i servizi erogati ai comuni senza ricevere, a detta degli amministratori di Sogesa, un’adeguata tariffa. A fronte di quanto avvenuto e se le considerazioni riportate sono veritiere, nel passato, e intendo anche quello recente, per Sogesa sarebbe stato meglio rescindere il contratto piuttosto che continuare ad offrire servizi sottocosto. Potremmo chiederci se la responsabilità di ciò sia stata di Sogesa, forse incauta nel continuare a lavorare in una situazione del genere, oppure di Cirsu che fino a dicembre 2010 non ha controllato se i costi richiesti fossero coerenti con i servizi erogati, il tutto rispetto ad un accordo quadro che le due parti hanno sempre interpretato diversamente”.
Perché non fare volturare l’autorizzazione della discarica a Cirsu, visto che la maggioranza del CdA di Sogesa è in mano pubblica?
“Al momento Sogesa è ancora composta da Cirsu e AIA. Il socio privato ha diritti esattamente come il socio pubblico. Se facessimo una cosa del genere ovviamente e legittimamente AIA alzerebbe le barricate, e ci esporremo ad un’ulteriore richiesta di risarcimento danni”.
E perché non aspettare la scadenza dell’autorizzazione, che poi potrebbe essere chiesta nuovamente da Cirsu?
“Perchè bisognerebbe iniziare ex novo parte dell’iter per poter essere autorizzati. Ritardi che la Regione non può permettersi, con la conseguente, e reale, possibilità di commissariamento. Inoltre anche qui ci esporremo ad una possibile ulteriore azione legale da parte del socio privato. In generale chi pensa che si possa attendere altro tempo non sa che, ad esempio, oggi ci sono banche che reclamano fatture, e una marea di piccole imprese della zona che sono creditrici nei confronti di Sogesa. Pertanto, poiché Cirsu è una società pubblica non può pensare solo a se stessa ma anche al territorio in cui e per cui opera, non possiamo mica determinare il dissesto finanziario anche di queste aziende”.
C’è anche chi dice che non si dovrebbero pagare 2,5 milioni per una discarica di cui a Sogesa manca la totalità del terreno per farla.
“Ribadito che noi non stiamo pagando per avere la titolarità della discarica, al limite stiamo cercando un’intesa per poterla realizzare senza rischi di interruzione dei lavori e per chiudere pacificamente la montagna di contenziosi in atto che sono esplosi nel 2011 ma che traggono origine negli anni passati. C’è una dichiarazione del passato presidente di Cirsu che in una conferenza dei servizi del 2010 affermò che Sogesa poteva realizzare la discarica. Questo è un fatto. Da un lato, però, gli elementi per questa affermazione noi non siamo riusciti a recuperarli tra la documentazione di Cirsu. Ne consegue ovviamente che i documenti di cui dovevano essere corredati alcuni atti conclusivi non sono stati mai prodotti da Cirsu, per cui si è arrivati alla sospensione da parte della Regione. Resta però il fatto che così nel privato si è creata un’aspettativa la cui legittimità è al momento affidata ad una causa legale”.
Due milioni e mezzo di euro sono giusti, troppi, troppo pochi?
“Ripeto che noi non stiamo acquistando Sogesa, ma stiamo facendo una transazione per chiudere, tra l’altro, un contenzioso che vede i comuni citati per decine di milioni di euro. Di fronte ad un piano industriale che vede utili dalla discarica per circa 28 milioni di euro, e di fronte al fatto che la nostra discarica nei prossimi anni giocherà un ruolo sia per la nostra provincia che per quelle vicine, la cifra ci è parsa congrua. Nei prossimi giorni verrà presentata anche una perizia giurata sull’operazione che già oggi posso dire stabilirà congrua”.
Perché Cirsu dovrebbe assumersi anche i debiti che Sogesa ha contratto con la Deco?
“Questo è un atto che noi faremo a fronte dalla chiusura della transazione, quando Sogesa diventerà totalmente pubblica. Posto che sono debiti già scaduti che Sogesa ha contratto per le ragioni di cui ho già parlato, e considerato il nostro interesse per realizzare la discarica in condizioni finanziarie al limite, dobbiamo evitare che il giorno dopo la firma della transazione la Deco legittimamente ci mandi un decreto ingiuntivo da pagare sull’unghia con soldi che abbiamo sul conto corrente ma che dobbiamo destinare ad altre priorità”.
Si arriverà alla fine ad un accordo?
“Spero fortemente di sì. Anche da parte del presidente di AIA c’è fiducia che questo accordo si chiuda, nonostante si viva in condizioni di continua emergenza. AIA fino ad oggi è stata risoluta per quello che riguarda la difesa dei suoi interessi, ma in questo frangente si è rivelata anche molto disponibile sia perché si è messa a disposizione di Cirsu per trovare le soluzioni possibili alla chiusura della transazione, sia attendendo rispetto ad un accordo che doveva essere firmato a luglio ma che è slittato sino ad oggi. In ogni caso o chiudiamo l’accordo o, per quel che mi riguarda, si va in liquidazione”.
La posizione dei sindacati. La transazione tra Cirsu e Abruzzo Igiene Ambiente è “l’unica possibilità che consente di salvare la società e soprattutto i lavoratori”. Ad affermarlo con un comunicato sono le rappresentanze provinciali di Cisl e Cgil. I due sindacati intervengono dunque sull’accordo tra il consorzio dei rifiuti e il socio privato di Sogesa che dovrebbe essere firmato tra qualche giorno, e che dovrebbe far tornare totalmente in mano pubblica il braccio operativo di Cirsu. Cisl e Cgil, nella nota firmata da Serafino Masci e da Amedeo Marcattili, affermano che questa soluzione “consentirebbe di affrontare in modo strutturale la vicenda drammatica della gestione dei rifiuti nella nostra provincia e non solo”.
I sindacati criticano “le sterili polemiche sui giornali” degli ultimi giorni, e chiamano in causa la politica. “Non ci sono più prove di appello – concludono – per la classe dirigente di questo territorio che insieme a tutte le parti in campo è chiamata ad una assunzione di responsabilità che deve salvaguardare gli interessi della comunità teramana e dei lavoratori di Sogesa”.