Chieti. Cinquecentotrenta milioni di euro in più rispetto allo stesso periodo del 2015: una performance che vale il 72% del totale dell’export abruzzese.
Sono i numeri “monstre” messi in campo dalla provincia di Chieti, che anche grazie alla presenza delle grandi multinazionali del trasporto si conferma come il territorio di riferimento delle esportazioni abruzzesi.
A rivelarlo è uno studio messo a punto da Aldo Ronci per la Cna Abruzzo, secondo il quale se tra gennaio e giugno dell’anno passato «l’export abruzzese ammontava a 5.470 milioni di euro, nei primi nove mesi di quest’anno è stato di 6.130; registrando così un incremento di 660 milioni di euro, in cui a fare la parte del leone è appunto il Chietino, con un aumento di ben 550 milioni».
Così, in un periodo che in valore percentuale fa segnare all’Abruzzo una crescita del 12,1% (quarto miglior risultato tra le regioni, contro appena lo 0,5% su base nazionale), la performance della provincia più industrializzata d’Abruzzo fa letteralmente impallidire i risultati conseguiti dagli altri territori, che pure possono vantare a loro volta il segno “+” davanti alle rispettive cifre: Teramo (+53), Pescara (+42) e L’Aquila (+35).
L’ottimo andamento delle merci e dei prodotti in uscita dall’Abruzzo si distribuiscono sia in “area Ue” che verso lidi “extra Ue”: ma se i 453 milioni di euro in più verso i Paesi dell’Unione europea valgono in percentuale un incremento del 10,7% (2,9% la media Italia), quelli verso i Paesi al di fuori dei confini dell’Unione (+207), seppure inferiori in valore assoluto, valgono un balzo percentuale addirittura del 16,9%. Tanto, tantissimo, ancor più se si considera la controtendenza negativa nazionale (-2,5%).
Insomma, in uno scenario a tinte fosche per l’economia regionale, con le micro imprese e l’artigianato nei panni del “grande malato”, non altrettanto si può dire per il fronte dell’esportazioni, che vivono una evidente luna di miele con i mercati internazionali. Un esito favorevole cui contribuiscono, come da tradizione consolidata, i mezzi di trasporto (+370; +14,3%), ma anche degli altri prodotti, finalmente anch’essi con il vento in poppa (+290; +10%). Ad assorbire le produzioni di mezzi di trasporto sono soprattutto i grandi Paesi dell’Unione europea: ben il 63% si dirige infatti verso Francia, Germania e Inghilterra.
Secondo l’analisi di Ronci, oltre che nei settori dei mezzi di trasporto, gli incrementi più significativi si sono registrati tra i prodotti in metallo (+66), gli apparecchi elettronici (+44), gli articoli farmaceutici (+22), gli articoli in pelle (+22), gli apparecchi elettrici (+14) e i prodotti chimici (+11).
Nelle province, l’export è sostenuto all’Aquila dagli apparecchi elettronici ed ottici (38%) e dagli articoli farmaceutici (19%; a Teramo dall’abbigliamento (16%) e dai prodotti in metallo (12%); a Pescara dagli articoli farmaceutici (23%) e dagli alimentari (11%); a Chieti, come detto, dai mezzi di trasporto (64%). Ultimo capitolo, l’agroalimentare, il cui export passa da 393 milioni dei primi nove mesi 2015 a 411 di quelli 2016 ottenendo un incremento di 18 milioni di euro: e a fare la parte del leone, stavolta, è la provincia teramana, che da sola incamera la metà dell’incremento globale.