“Il fenomeno degli “home restaurant” ha avuto la sua genesi nel 2006 a New York per poi diffondersi nel Regno Unito e successivamente nel resto del mondo – spiega Bracco – offrendo la possibilità a chiunque ami la cucina di
invitare a cena, presso la propria abitazione, amici, conoscenti o anche perfetti sconosciuti dietro pagamento di un compenso in denaro, di solito molto esiguo”.
Questo tipo di ristorazione, che viene svolta in maniera occasionale e dunque con determinati giorni di apertura o anche a livello stagionale, offre due indiscutibili vantaggi: da un lato permette al proprietario del “ristorante” di avere un introito supplementare rispetto a quello di solito percepito e dall’altro consente di far conoscere agli ospiti le ricette tradizionali e i prodotti tipici del luogo ove è situato “l’home restaurant”.
“Ad oggi non esiste in Italia una normativa che disciplini in maniera compiuta tale attività – chiarisce Leandro Bracco – Anche dal punto di vista fiscale questo lavoro è equiparato a un’attività saltuaria d’impresa e il reddito derivante viene ottenuto sottraendo dal totale delle ricevute emesse l’ammontare delle spese documentate.
Come attività occasionale non deve oltretutto oltrepassare il limite annuale di cinquemila euro in
quanto il superamento di tale soglia implicherebbe la modifica sostanziale dell’attività che da saltuaria diverrebbe abituale con conseguente obbligo di apertura di partita Iva e iscrizione all’INPS – gestione Commercio”.
Alcuni tentativi di regolamentazione di tale forma di ristorazione sono stati accennati, senza successo, negli anni
passati. “Al contrario è recente il tentativo del Ministero dello Sviluppo economico di frenare lo sviluppo di tali forme di ristorazione – aggiunge l’esponente di Sinistra italiana – riportandole nell’ambito delle attività di somministrazione di alimenti e bevande con conseguenti oneri connessi”.
La proposta di legge “in attesa di una normativa nazionale che colmi l’evidente lacuna legislativa – precisa ancora
Bracco – si prefigge lo scopo di regolamentare un fenomeno esistente che non può più essere ignorato.
Infatti, in ossequio all’articolo 41 della Costituzione della Repubblica italiana che riconosce e favorisce la libertà dell’iniziativa economica privata, la Regione con questa iniziativa potrà riconosce e tutelare l’attività di “home restaurant” finalizzata alla conoscenza, diffusione e conservazione delle ricette tradizionali e dei prodotti tipici abruzzesi nonché supportare – conclude Leandro Bracco – l’attività di “home restaurant” come libera espressione dell’iniziativa economica privata tesa a offrire nuove fonti di reddito e ulteriori opportunità occupazionali”.