È cassa integrazione per gli operai Sogesa. La comunicazione da parte della società partecipata dal Cirsu è arrivata questa mattina. La richiesta degli ammortizzatori sociali, arrivata a poco meno di due settimane dalle elezioni a Roseto e Bellante, riguarda nel complesso 88 operai. Per ottanta di loro la Cig sarà a zero ore, per i restanti a 18 ore settimanali.
La cassa integrazione straordinaria dovrebbe partire lunedì e durare per dodici mesi, il doppio rispetto alle voci che erano circolate nelle passate settimane. Dura la presa di posizione dei sindacati aziendali, che hanno già chiesto un incontro alla società per discutere della questione.
“La situazione è molto grave”, fa sapere la rappresentanza sindacale. “I sindacati da mesi hanno tentato di far capire a tutti la gravità della situazione – continuano – e l’unica decisione arrivata, quella di oggi, è stata la più drammatica possibile”.
A rischio, secondo le maestranze, sono tutti i 124 operai. “Sino a quando si salveranno i lavoratori rimasti fuori dalla Cig – proseguono – se all’azienda manca un piano industriale?”. Al centro delle critiche dei sindacati anche gli affidamenti della raccolta dei rifiuti fatti in questi giorni dai sindaci del consorzio: “I sindaci avrebbero dovuto seguire una linea univoca, piuttosto che spezzettare il servizio, così facendo non hanno fatto il bene di nessuno”.
Al momento solo Roseto e Bellante devono ancora riaffidare i loro servizi di raccolta e trasporto dei rifiuti. Roseto, divenuta ormai punto focale della situazione, parrebbe orientata a far proseguire Sogesa il servizio. Intanto si apprende che il 31 maggio prossimo si svolgerà la prima udienza per l’istanza di fallimento chiesta da Sogesa nei confronti di Cirsu. Un atto che pare essere solo il primo di una guerra tra la parte pubblica, lasciata sempre più sola, e la parte privata. Sembra infatti che Sogesa abbia fatto partire un ricorso al Tar per le delibere di qualche settimana fa con le quali alcuni comuni avevano preso atto del parere dell’AgCom e insieme avevano dichiarato la decadenza di Sogesa. Un altro ricorso al Tar riguarderebbe la decisione dei comuni di Notaresco, Mosciano e Morro D’Oro di affidare il servizio a ditte esterne. Un fuoco di fila, dunque, in cui un altro colpo da parte di Sogesa potrebbe essere l’inizio di un contenzioso per ottenere il terreno su cui dovrebbe sorgere Grasciano 2, quella che ormai è diventata la discarica dei veleni.